Un bilancio in chiaroscuro quello del primo anno della presidenza Hollande, il Presidente “normale” ribattezzato dai francesi il Presidente “faible”. Si conferma così un quadro non esaltante già delineato nei primi cento giorni del suo mandato. Uno scenario che ha continuato a comporsi anche nei primi mesi del nuovo anno durante i quali si sono avvicendati sondaggi sempre più impietosi verso il Capo dello Stato che lo hanno visto al minimo storico del 26% del gradimento dei francesi. Un Presidente che non piace, dunque, perché considerato poco incisivo, nonostante fino ad oggi stia rispettando, sia pure a fatica, l’impegno preso di fronte all’elettorato un anno fa, facendo attuare dal governo Ayrault, punto per punto, il programma presentato in campagna elettorale. Ma disoccupazione, crisi economica, i continui scandali, e, forse, anche un’eccessiva mediatizzazione della legge che legalizza il matrimonio gay hanno oscurato l’operato del primo anno del Governo Ayrault e dunque della Presidenza Hollande. Inoltre, obiettivi mancati come quello di invertire il trend economico negativo e le preoccupazioni dei francesi sul progressivo snellimento dello stato sociale hanno contribuito ad appesantire un periodo dominato dalle contraddizioni. D’altronde anche il Rapporto annuale della Corte dei conti, presentato il 12 febbraio 2013, che considera poco realistico il raggiungimento dell’obiettivo del deficit al 3% e che raccomanda, quindi, di incidere sulla spesa pubblica, e, poi, anche il controllo condizionato di Berlino su qualsiasi scelta economica hanno fatto il resto costringendo il Presidente a mettere in atto una politica fortemente restrittiva con tagli di bilancio pesantissimi. Tutte contraddizioni, dunque, in linea, d’altronde, con un periodo non facile della presidenza francese alle prese, tra le altre cose, anche con il clamore causato dall’ “affaire Cahuzac” che ha fatto traballare l’Esecutivo francese accusato di aver “protetto” il Ministro delegato al Bilancio dopo lo scoppio dello scandalo legato all’accusa di riciclaggio di denaro proveniente da frode fiscale e che ha messo in discussione la stessa democrazia francese e lo spinoso nodo della trasparenza e moralizzazione della vita politica. Aggiungasi anche l’imbarazzo legato alla vicenda del tesoriere di Hollande, Jacques Augier, inserito, secondo l’inchiesta di Le Monde, in un elenco di persone coinvolte in conti offshore alle isole Cayman. Avvenimenti che hanno contribuito a sminuire alcune delle misure prese dal Governo francese per rilanciare l’economia e l’occupazione, come la legge sul “contratto di generazione” e la legge di riforma del mercato del lavoro in corso di approvazione, da più parti considerate una misure troppo deboli; e hanno fatto anche passare in secondo piano il pacchetto di proposte di riforma costituzionale tra le quali spiccano il divieto di cumulo dei mandati e la riforma relativa alla responsabilità giurisdizionale del Capo dello Stato e dei Ministri e il pacchetto di misure anti corruzione e di trasparenza della vita pubblica.
Pochi consensi dunque in politica interna per il Presidente Hollande che con difficoltà riesce ad avere il controllo sulla maggioranza parlamentare – nonostante l’apertura sul fronte dei diritti civili con l’approvazione, appunto, da parte del Parlamento della legge sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso, una delle promesse cardine in campagna elettorale – con qualche rilancio invece in politica estera. […]