Coniugare rappresentanza e partecipazione. La stagione delle riforme istituzionali annunciate da Macron il 3 luglio al Congresso del Parlamento sembra essersi aperta con questa volontà di fondo, quella di giungere ad un processo di rinnovamento della democrazia francese – nel più ampio contesto di approfondimento del processo di integrazione europea – attraverso scelte condivise da tutte le forze politiche presenti in Parlamento con una apertura netta alla democrazia partecipativa, e dunque alla società civile.
Un disegno ambizioso, partito con l’approvazione delle due leggi (una organica e una ordinaria) sulla fiducia nella vita politica, promulgate il 15 settembre – con le quali il legislatore, intervenendo su temi quali la trasparenza della vita pubblica, la lotta alla corruzione e il finanziamento dei partiti politici, ha voluto porre le basi per un recupero della fiducia dei cittadini nelle istituzioni – ma che nei mesi scorsi ha preso sostanzialmente forma con il processo di dibattito e proposta per riforme istituzionali più compiute, avviato a settembre e che, a distanza di qualche mese, ha già prodotto i primi risultati.
Se l’iniziativa – sulla scia del programma riforme lanciato da Macron il 3 luglio – era già stata presentata il 2 agosto 2017 dal Presidente dell’Assemblea Nazionale, François de Rugy con le linee guida e il metodo di lavoro per la riforma dell’Assemblea Nazionale, è stato a partire dal 20 settembre con la costituzione effettiva di sette gruppi di lavoro – formati ciascuno da dieci deputati rappresentanti di tutti i gruppi al fine di garantire il pluralismo, e con l’attribuzione, significativamente, della presidenza di un gruppo di lavoro a ciascun gruppo politico – che il dibattito ha avuto inizio. I sette gruppi di lavoro, (precisamente sullo statuto dei deputati; sulle condizioni di lavoro all’Assemblea Nazionale e sullo statuto degli assistenti parlamentari; sulla procedura legislativa e sui diritti dell’opposizione; […]