Non è la prima volta che statistici, economisti e sociologi entrano da protagonisti nella discussione sulle istituzioni rappresentative ed in particolare sul tema dei meccanismi di trasformazione dei voti in seggi (sistemi elettorali in senso stretto). Questo è accaduto, ad es., dalla seconda metà del secolo XVIII agli inizi del secolo XX (da Borda a Condorcet, da D’Hondt fino ad arrivare a Geyerhahn e Saint Laguё). Oggi statistici e matematici sono di nuovo protagonisti nel dibattito, mettendo in evidenza l’importanza della ricerca sulla rappresentanza randomizzata derivante anche dalle intelligenti provocazioni contenute nel volume del gruppo catanese Democrazia a sorte. Essi lo fanno in un momento di difficoltà particolare degli ordinamenti democratici rappresentativi, il che spiega l’attenzione rivolta alle loro proposte, soprattutto da movimenti che contestano forma e funzionamento degli attuali assetti istituzionali.
Anche se non è la prima volta che ciò accade, dico subito che l’attuale discussione sul tema del sorteggio in campo politico (spiegherò più avanti il significato della specificazione) costituisce un’occasione importante per riflettere sull’indispensabile vivificazione del rapporto tra comunità politica e soggetti politicamente rilevanti che agiscono all’interno delle strutture di autorità. Quando parlo di vivificazione intendo che le istituzioni rappresentative degli ordinamenti liberali e democratici possono essere integrate attraverso altri metodi di selezione del personale politico, ma che nelle stesse, per ragioni quantitative e/o qualitative, lo strumento elettivo deve rimanere centrale sia per ragioni pratiche che per vincoli giuridici.
In un momento in cui sta crescendo la delegittimazione nei confronti del ceto politico sulla base di fenomeni strutturali che incidono sia sullo Stato sociale che sulle istituzioni rappresentative, il tema del sorteggio deve dunque – a mio avviso – essere visto nella prospettiva storica e interdisciplinare come uno strumento per la integrazione (non la sostituzione) del parco degli strumenti di democrazia diretta e rappresentativa.
In questo intervento opererò, prima di tutto, un’osservazione preliminare al fine di inquadrare storicamente il problema. Proseguirò analizzando, in modo succinto, il tema della rappresentanza e le tecniche di decisione per la deliberazione su questioni e per la preposizione di individui a cariche autoritative. Infine mi occuperò del tema specifico dell’utilizzazione pratica del sorteggio nell’ambito delle assemblee parlamentari e della possibilità di estenderlo nell’attuale situazione come strumento integrativo e non alternativo ai meccanismi vigenti per quanto riguarda il procedimento legislativo. […]
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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Premessa. – 2. Un’osservazione preliminare sulla attuale crisi del metodo elettivo e dei partiti politici. – 3 Polisemia della rappresentanza. – 4. Il sorteggio e la sua utilizzazione per la formazione delle Assemblee parlamentari e per i lavori delle Assemblee parlamentari. – 5. Conclusioni.