Antonio Zorzi Giustiniani è scomparso sabato 19 dicembre 2015 a Firenze. Era nato a Bovino (Foggia) l’11 gennaio 1949 da una antica famiglia vicentina, di cui curava con amore e dedizione le radici. Conosceva, dunque, molto bene anche i meandri della genealogia, una disciplina ausiliaria della storia, che tratta dell’origine e della discendenza di famiglie e di stirpi, ricostruendo, con riferimento a determinati individui, l’enunciazione degli ascendenti fino a un capostipite o, viceversa, l’enunciazione dei discendenti dal capostipite all’individuo di cui si tratta. In questa breve nota cercherò di ricostruire la Sua “genealogia accademica”, evidenziando come una simile indagine non costituisca un esercizio più o meno erudito, ma individui la possibilità di ricostruire l’intrecciarsi di linee culturali e di influssi sulla attività scientifica dello stesso Zorzi, nell’ambito di una anche sommaria ricostruzione del suo contributo scientifico e dell’ambiente in cui ha operato.
In sintesi: Antonio Zorzi è stato uno dei componenti di quella “ scuola tosco-romana” del diritto pubblico, che ha caratterizzato la seconda metà del secolo alle nostre spalle. Desidero sottolineare con forza questa specifica categoria, contestata amabilmente proprio da Paolo Grossi, che, nel corso del convegno tenutosi in memoria di Mario Galizia (1921-2013), volle affermare invece l’esistenza di un più semplice asse fiorentino-romano (si v. Nomosleattualitàneldiritto.it, 2014, n. 3).
Per ragioni che si radicano nella storia degli atenei toscani, che hanno visto l’istituzione di quello fiorentino solo nel 1925, e per la natura apicale che tra il 1880 e il 1980 ha rivestito “La Sapienza” di Roma, vorrei – invece – ribadire, anche nel caso di Zorzi Giustiniani, l’esistenza di questo collegamento più complessivo, soprattutto per quanto riguarda le materie pubblicistiche e comparatistiche. Se per Galizia il triangolo Firenze, Siena, Roma aveva alla base maestri come Calamandrei (1889-1956)e Mortati (1891-1985), per Zorzi Giustiniani il triangolo Firenze-Roma-Pisa si giustificava anche per le radici dei suoi maestri Lavagna (1914-1984) ed Amato (1938), che nell’ateneo pisano hanno avuto radici sicure. Ma direi di più. Zorzi Giustiani ha avuto la possibilità di impregnarsi della lezione di una peculiare versione del diritto pubblico (che non può che essere caratterizzato dalla comparazione), con la frequentazione diretta di alcuni dei massimi cultori di questo approccio, che hanno sempre visto nella storia e nella complessità sociale la base dell’applicazione corretta di ogni ragionamento giuridico.
Ovviamente alle origini della esperienza di Zorzi Giustiniani stava la Sua Firenze universitaria dello scorso secolo, contenuta in un quadrilatero, rappresentato a sinistra da via S. Gallo (dove aveva la sua abitazione privata), a destra da Borgo Pinti, sopra da via Giusti (sede dell’Istituto di diritto pubblico), sotto da via degli Alfani. All’interno di questo perimetro urbano sono individuabili alcuni punti rilevanti: via Laura (sede della Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze politiche sino agli inizi di questo secolo e dove oggi si trova Scienze della formazione); via Gino Capponi, dove era allocata la casa di Sua Madre ed il Suo studio stracolmo di libri (ma qualche portone più in là anche lo studio Barile, Cheli, Grassi); piazza S. Marco (il Rettorato); piazza della SS. Annunziata e via dei Servi (lo studio di Alberto Predieri, 1921-2001, con una biblioteca enciclopedica). Oggi, con lo spostamento dell’Università a Novoli (vicino al nuovo Palazzo di Giustizia) in questa specifica area è scomparso il clima che doveva caratterizzare anche il centro romano quando “La Sapienza”, fino al 1935 era ancora allocata nel Palazzo di S. Ivo. […]
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