L’occasione di questo Convegno è descritta in maniera sintetica nel dépliant di invito distribuito. Siamo a trenta anni dalla scomparsa di Costantino Mortati (1985), il maggior rappresentante dell’indirizzo realistico nel diritto costituzionale italiano, e a settanta dalla pubblicazione della sua prima monografia del secondo dopoguerra. Entrambi gli anniversari sollecitano da un lato a ripensare alla vicenda mortatiana nell’ambito della storia della Costituzione repubblicana e del costituzionalismo italiano, dall’altro ad approfondire – proprio nel momento in cui si parla di legislatura costituente – il tema relativo alla revisione costituzionale e dei limiti posti alla stessa.
L’articolazione del Convegno si sofferma su temi teorici e pragmatici relativi all’argomento principale del potere costituente e dei limiti alla revisione costituzionale, e, anche attraverso l’approfondimento di aspetti particolari della vicenda intellettuale di Mortati, cerca di chiarirlo alla luce dell’attuale situazione “storico-spirituale”. A questo fine ricordo che presso la Fondazione Galizia si sta catalogando l’Archivio Mortati, lasciato in legato – come la biblioteca – a Mario Galizia e a Vittoriana Carusi, che desidero ringraziare in questa sede in modo affettuoso, e il dottor Roberto D’Orazio della Camera dei deputati fornirà indicazioni preziose sulla consistenza e l’articolazione del materiale in esso contenuto. I documenti, che sono in via di riordino, offrono, assieme alla biblioteca e agli estratti a lui inviati dalla dottrina italiana nel corso di circa mezzo secolo (donati dal 1987 al Dipartimento di Teoria dello Stato della Facoltà di Scienze politiche e poi catalogati nel 1994/95) un panorama importante per comprendere meglio evoluzione e rapporti nel mondo costituzionalistico italiano del periodo 1930-1970 ed una ulteriore chiave di lettura per la storia costituzionale italiana e per la storia della Costituzione repubblicana nella sua prima fase.
In questa introduzione ai generale chiarirò in modo sintetico entrambe le dorsali del Convegno, lasciando aperte le conclusioni. Cercherò di evidenziare:
- in primo luogo come per Mortati, figlio dello Stato accentrato ottocentesco e nello stesso tempo aperto alle trasformazioni incrementali che questo subisce con l’ingresso delle masse, il potere costituente sia praticamente limitato dalle condizioni reali di contesto interno ed internazionale;.
- in secondo luogo come, dal punto di vista normativo, per Mortati esistano precisi elementi di limite implicito ed esplicito alla revisione costituzionale derivanti dai principi e dai valori costituzionali, che si connettono con il regime istituito dalla forza o dalle forze che si pongono alla base dell’ordinamento;
- in terza istanza che, nel secondo dopoguerra, la prospettiva mortatiana, nata all’interno di un ordinamento statuale in cui il ruolo attivo veniva esercitato dai poteri Legislativo ed Esecutivo, si apre progressivamente all’intervento incisivo degli organi di controllo e di stimolo rappresentati dall’opinione pubblica e dalla giurisdizione.
Da un’analisi prospettica di storia costituzionale e di storia della Costituzione repubblicana il suo contributo non può essere ipostatizzato, ma deve essere analizzato in maniera dinamica sulla base delle trasformazioni intense degli ordinamenti contemporanei, che investono sia lo Stato sociale che la stessa democrazia rappresentativa. L’implicita elasticità delle costituzioni rigide, nel caso italiano implementata dall’interpretazione giurisprudenziale dell’art. 11 della Costituzione e dalla trasformazione intensa dei soggetti politicamente rilevanti, rischia tuttavia di giungere a punti di snervamento e di rottura, di cui gli attori e gli interpreti devono essere consapevoli. […]
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