Il 26 febbraio, poco più di tre milioni di irlandesi sono stati chiamati alle urne per eleggere i 158 membri del Dáil, la Camera bassa del Parlamento nazionale, dopo che lo scorso 3 febbraio, il Premier Enda Kenny aveva chiesto e ottenuto dal Presidente della Repubblica Michael Higgins, lo scioglimento anticipato dell’Oireachtas e la convocazione di elezioni anticipate con la speranza di dare al Paese « un governo stabile » per proteggere l’economia. La breve campagna elettorale del Premier Kenny è stata sostanzialmente incentrata sul sostenere che l’economia nazionale continuerà a crescere solo se i cittadini decideranno di mantenere la coalizione di governo al potere.
La scelta del Taoiseach di indire nuove elezioni generali ha senza dubbio costituito una sfida di non poco conto per gli elettori che sono stati chiamati a giudicare l’operato del Governo in carica valutando da un lato, i sacrifici imposti con la politica di austerity portata avanti dall’esecutivo, dall’altro, invece, gli importanti segnali di ripresa economica e finanziaria del Paese. Sebbene l’Irlanda, infatti, secondo le stime della Banca Centrale Europea è uscita, nel dicembre 2013, dal piano degli aiuti internazionali a seguito di una strettissima politica di austerità, con una crescita del PIL attestata al 6,6% nel 2015 e previsioni per il 2016 e 2017, rispettivamente del 4,4% e del 4,6% ed un progressivo calo della disoccupazione al 8,2% nel 2016 e al 7,4% nel 2017, la popolazione non sembra gradire la politica di sacrificio imposta dal Governo in carica.
Il monito rivolto dal Premier Kenny all’elettorato di andare a votare e che la stampa ha definito «come messaggio di paura», sembra però non aver influenzato gli irlandesi. I cittadini hanno mostrato una certa disaffezione nei confronti della coalizione al potere composta dal Fine Gael e dal Partito laburista guidato dal vice-Premier Joan Burton. Dai sondaggi preelettorali diffusi dai media irlandesi, le elezioni politiche in questo particolare momento storico hanno rappresentato un rischio non di poco conto per i maggiori partiti del Paese; risulta alquanto improbabile che i due principali partiti politici, il Fine Gael e il Fianna Fáil, non certo abituati a governare in coalizione, riescano ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi ovvero possano concludere di conseguenza alleanze con i partiti di minoranza o candidati indipendenti, al fine di raggiungere la maggioranza necessaria per potere governare. La difficoltà di creare una coalizione di maggioranza aprirebbe dunque lo spettro dell’ingovernabilità e la possibilità di dover indire una nuova tornata elettorale per superare la situazione di stallo politico.
Il rischio che si profila è dunque, come avremo modo di analizzare, che le elezioni non diano alcun vincitore chiaro e nessun risultato definito e si possa di conseguenza cadere in una situazione di stallo come già avvenuto nel 2011 quando, la coalizione composta dal Fine Gael del Primo Ministro uscente e dai laburisti del vice-Premier Joan Bruton presero il posto della coalizione di governo Fiánna Fail – Green Party guidata dal Taoiseach Brian Cowen; la decisione di chiedere al Presidente Mary McAleese lo scioglimento anticipato delle Camere e l’indizione delle elezioni generali già nel 2011 giungeva dall’impossibilità di portare avanti un minority government coalition, dopo che i Verdi avevano deciso di uscire in ultima battuta dalla coalizione, togliendo al governo i due seggi di maggioranza. Il Fiánna Fail, il partito fondato da de Valera, alle elezioni del 2011 aveva subito una disfatta politica senza precedenti conseguendo il peggior risultato elettorale mai raggiunto (passò dal 41,6%, pari a 77 seggi delle elezioni del 2007, al 17,4% e 20 seggi) divenendo così il terzo partito del Paese e consentendo, di conseguenza, al Fine Gael di affermarsi con il 36,1% di voti corrispondenti a 76 seggi su 166 nel Dáil così permettendo al leader del Partito Enda Kenny di formare un Governo di coalizione con il laburisti (a partire dal 9 marzo del 2011), con la più ampia maggioranza parlamentare mai ottenuta nella storia del Paese. […]
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