Nell’estate del 2019 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ritenne di accompagnare la promulgazione della legge di conversione del decreto legge n. 53 del 14 giugno 2019, giornalisticamente noto come decreto “sicurezza bis”, con una missiva rivolta al Presidente del Consiglio e ai Presidenti dei due rami del Parlamento. Tale atto si pose nel solco della continuità con altre iniziative che erano state intraprese nel corso del settennato: comunicazioni analoghe, infatti, erano state diramate in occasione della promulgazione della legge sul whistleblowing , sul “Codice antimafia”, sulla legge di conversione del decreto “terremoto”, sulla molto discussa legge di riforma della legittima difesa. Anche all’atto dell’emanazione del primo decreto “sicurezza” era seguita una simile comunicazione del Presidente. Da ultimo, una lettera del Presidente ha accompagnato la legge di conversione del decreto “semplificazione”.
Simili risoluzioni presidenziali presentano un apparente anomalia rispetto allo schema che appare in prima battuta ricavabile dal combinato disposto degli artt. 73 e 74 Cost Cost2. Da una lettura lineare delle disposizioni costituzionali si evincerebbe infatti che il Presidente è chiamato a fornire
una motivazione esplicita della sua determinazione solo allorquando si determina a esercitare il potere di rinvio della legge. La scelta in favore della promulgazione, al contrario, dovrebbe sottintendere l’assenza di rilievi critici da parte del Presidente.
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SOMMARIO : 1. La promulgazione della legge di conversione del d ecreto legge n. 53/2019. 2. L’importanza dello studio della prassi nella ricostruzione delle attribuzioni costituzionali del Presidente della Repubblica. 3. Le promulgazioni “con osservazioni”: una linea di continuità tra diversi settennati. 4. Profili di particolare interesse nella vicenda del decreto “sicurezza bis”: le promulgazioni “con osservazioni” quali “prestazioni di unità”.