Gian Luca Conti, Miseria e nobiltà dell’indirizzo politico

Abstract [It]: La nozione di indirizzo politico si caratterizza per l’ambiguità: allude al potere del Governo sulla pubblica amministrazione, ma indica la capacità del Governo di sviluppare un discorso politico intorno agli stimoli che riceve dalle amministrazioni. L’ambiguità della nozione di indirizzo politico caratterizza la posizione costituzionale del Governo e la sua autonomia rispetto agli altri organi costituzionali dello Stato. Questa nozione viene mutuata dalla Francia della Monarchia di luglio e dalla esperienza di Casimir Pierre Perier come presidente del consiglio succeduto a Henri Laffitte e, sia pure nelle diverse formulazioni che seguono il decreto D’Azeglio del 21 dicembre 1850, che non ne parla affatto. E’ con il fascismo che l’idea di indirizzo politico si manifesta con maggiore chiarezza perché nella costituzione materiale del fascismo l’indirizzo politico era lo strumento attraverso il quale il partito nazionale fascista imprimeva il proprio indirizzo sull’amministrazione dello Stato. La Costituzione repubblicana è strutturalmente incapace di recepire questo modello per effetto del pluripartitismo che la caratterizza: ciascun partito è titolare di un suo indirizzo e il compromesso fra i partiti della maggioranza per il governo spinge verso il basso le aspettative di ciascuno. Ci si deve chiedere, nella crisi della Costituzione attestata dai progetti di riforma costituzionale succedutisi nel tempo e nella incertezza che genera l’interpretazione del presente, ci possa essere ancora spazio per la funzione di indirizzo politico e si può ipotizzare una risposta non positiva. L’indirizzo politico ha bisogno di una società strettamente collegata alla politica e il venire meno delle funzioni di intermediazione per la soddisfazione dei bisogni di intermediazione che sorgono dalla società civile per effetto del ruolo assunto dal mercato non induce all’ottimismo.

Abstract [En]: Political direction is tipically ambiguous: it alludes to the power of the Government over public administration, but indicates the Government’s ability to develop a political context around the stimuli it receives from the administrations. This ambiguity characterizes the constitutional position of the Government and its autonomy compared to the other constitutional bodies of the State. This notion is borrowed from the France of the July Monarchy and from the experience of Casimir Pierre Perier as prime minister who succeeded Henri Laffitte and, albeit in the different formulations that follow the D’Azeglio decree of 21 December 1850, which does not mention it at all. It is with fascism that the idea of political direction manifests itself with greater clarity because in the material constitution of fascism the political direction was the instrument through which the national fascist party imprinted its direction on the administration of the State. The Republican Constitution is structurally incapable of implementing this model due to the multi-party system that characterizes it: each party has its own direction and the compromise between the majority parties for the government pushes everyone’s expectations downwards. We must ask ourselves, in the crisis of the Constitution attested by the constitutional reform projects that have followed one another over time and in the uncertainty that the interpretation of the present generates, if there may still be room for the function of political direction and we can hypothesize a non-positive response. The political direction needs a society closely linked to politics and the lack of intermediation functions for the satisfaction of the intermediation needs that arise from civil society as a result of the role assumed by the market does not lead to optimism.

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Sommario: 1. Premessa: una nozione tipicamente italiana. – 2. L’indirizzo politico nella teoria degli organi costituzionali. – 3. Una nozione, tutto sommato, poco originale. – 4. Il fascismo come istituzione di continuità e di contraddizione. – 5. L’indirizzo politico può sopravvivere alla post democrazia?

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