I rapporti tra ordinamento interno e ordinamento dell’Unione europea trovano espressione in diversi ambiti del diritto e conoscono diversi canali di manifestazione. Nell’ambito di questo rapporto uno spazio significativo è occupato dalla giurisprudenza della Corte costituzionale che ha avuto modo di confrontarsi con l’ordinamento comunitario (ora dell’Unione europea) anche in tempi remoti. Una delle tematiche che attraversano tutta la giurisprudenza costituzionale in materia è quella dei cosiddetti controlimiti, che di recente ha ancora, e in modo inedito, occupato la Corte costituzionale in una vicenda che non può ancora dirsi conclusa. E’ noto che la dottrina dei controlimiti si è sviluppata in diversi settori e con esiti non sempre del tutto collimanti, anche se sostanzialmente convergenti. E’ del pari noto che tale giurisprudenza nasce con riguardo ai rapporti tra ordinamento interno e ordinamento comunitario, anche se i primi sviluppi (per lo meno espliciti) di essa si ebbero con riguardo alle vicende dei rapporti tra Stato e Chiesa cattolica di cui all’art. 7 Cost. Fermi restando alcuni riferimenti alle varie aree ove la dottrina in parola ha avuto riscontro, nella presente sede si cecherà di ripercorrere le tappe delle storiche pronunce della Corte relative all’ordinamento comunitario (ora dell’Unione europea) anche al fine di apprezzare la recente ordinanza della Corte costituzionale relativa al cosiddetto “caso Taricco”, per tentare di darne una lettura in controluce con la pregressa giurisprudenza, le sue indicazioni, le sue suggestioni.
In relazione all’evoluzione che negli ultimi tempi ha segnato il cammino dell’Unione europea, caratterizzata da eventi anche critici quali l’uscita del Regno Unito dall’Unione con tutto ciò che comporterà anche in prospettiva della ricostruzione dell’ordinamento dell’Unione stessa e delle sue caratteristiche, non appare inopportuna una riflessione che sul processo di integrazione, visto attraverso la lente della nostra giurisprudenza costituzionale, tenti di fare il punto anche in una prospettiva “storica”1. Emergono sovente, motivati da svariati e diversi elementi, momenti di conflitto che segnano e hanno segnato i rapporti tra gli Stati membri e l’Unione europea a diversi livelli: politico, giuridico, economico… In questa prospettiva, uno dei terreni di elezione in cui tali conflitti si manifestano è costituito dalla endemica tendenza degli Stati, e in modo particolare di taluni Stati, a cercare di salvaguardare le proprie prerogative nazionali (e in particolare costituzionali) rispetto alle competenze dell’Unione e/o alle modalità di esercizio di esse. […]
Scarica il testo in formato PDF