Per l’ordinamento giapponese, l’avvenimento senz’altro più rilevante, nel quadrimestre preso in considerazione, concerne la transizione dal Periodo Heisei al Periodo Reiwa, concretizzatasi con l’abdicazione dell’Imperatore Akihito e la successione del figlio Naruhito. Per la prima volta il nome (nengō, od anche gengō) del Periodo è stato annunciato in anticipo rispetto all’inizio del Periodo stesso, sostanzialmente per ragioni pratiche: poiché il computo del tempo in Giappone contempla la convivenza della datazione occidentale con quella collegata al Periodo, si avvertiva la necessità di anticipare l’ufficializzazione del gengō per consentire ai softwares ed alla carta stampata di adeguarsi in tempo al cambio di Periodo.
L’avvicendamento imperiale ha de facto convogliato ogni energia della comunità politica giapponese, sin dall’eccezionale messaggio televisivo dell’agosto 2016 con cui Tennō Heisei ha annunciato la volontà di abdicare al Trono del Crisantemo, evento senza precedenti nella storia costituzionale giapponese. Il passaggio epocale ha raggiunto il culmine nelle giornate del 30 aprile e del 1° maggio, ed il Primo Ministro Abe Shinzō può legittimamente ascrivere l’avvenuta abdicazione imperiale come il proprio più recente successo politico. Per una serie di ragioni. Né la Legge sulla Casa Imperiale, né tantomeno la Costituzione (entrate in vigore congiuntamente il 3 maggio 1947), contemplano la possibilità di abdicare per l’Imperatore. L’assenza di una precisa disposizione concernente l’abdicazione imperiale si inserisce nel contesto del processo di democratizzazione esogeno di tipo monopolistico attuato dall’occupante statunitense al termine del secondo conflitto mondiale. Per lo SCAP MacArthur la radicale trasformazione dell’ordinamento giapponese doveva infatti ancorarsi alla conservazione di un’istituzione imperiale depoliticizzata e laicizzata. L’esonero di Hirohito da un organico accertamento delle responsabilità penali in ordine alle fattispecie di reato perseguibili dal Tribunale Internazionale Militare di Tokyo, congiuntamente al Ningen Sengen (Dichiarazione della Natura Umana) del 1° gennaio 1946, costituiscono tappe di un rimodellamento compromissorio dei caratteri fondamentali della figura apicale del sistema nipponico. In quest’ottica, l’”uomo” Hirohito andava blindato contro ogni ipotesi ostile ad una sua permanenza sul Trono del Crisantemo, omettendo qualsiasi riferimento alla ipotesi di abdicazione del Tennō. […]