La preoccupazione può essere la parola chiave per interpretare il quadrimestre maggio-agosto 2017 in Giappone. Preoccupazione causata dal programma balistico nordcoreano che procede malgrado le sanzioni imposte dalla comunità internazionale; preoccupazione motivata da un orizzonte politico più fluido rispetto agli standards nipponici, come testimoniato dalle elezioni prefetturali di Tokyo. Preoccupazione per la sicurezza interna, anche in preparazione dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, che per certi versi l’anti-conspiracy bill ha agitato in maniera controproducente.
Preoccupazione per la continuità della famiglia imperiale, all’indomani dell’approvazione della legge che apre all’abdicazione dell’Imperatore Akihito, in un contesto di numeri sempre più allarmanti in termini di stabilità dinastica. La teoria dello spostamento verso ovest degli assi geopolitici ed economici planetari fa del Giappone un osservatorio privilegiato per apprezzare alcune dinamiche tipiche del terzo millennio, in un delicato bilanciamento fra equilibri multipolari od unipolari senza egemonia1. L’incessante riallineamento internazionale, sollecitato dalle sfide e dalle tensioni dell’epoca presente, investe in pieno il Giappone e ne mette alla prova l’ordinamento costituzionale, in tema soprattutto di capacità responsiva rispetto alla politica di difesa e militare. […]