L’asse Catania-Roma costituisce, per molti versi, il filo conduttore della vicenda accademica di Vincenzo Zangara. A Catania, sua città natale, Zangara si avviò agli studi di diritto iscrivendosi, nel 1919, alla Facoltà di Giurisprudenza ma la conclusione dei suoi studi avvenne dopo il trasferimento (nel dicembre del ’21) all’Università di Roma. Superata la breve permanenza fiorentina, dove conseguì nel 1925 la laurea in Scienze Politiche presso l’Istituto “Cesare Alfieri” (una laurea che certamente giocò un ruolo importante nello sviluppo della sua sensibilità per gli studi di diritto comparato), la sua prima, più duratura, esperienza di docente avvenne proprio a Catania dove, dapprima come incaricato e poi come straordinario, gli fu affidato l’insegnamento di diritto costituzionale dal 1933 al 1937. Proprio in quest’ultimo anno fu poi chiamato alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma dove rimase fino al 1940.
Inizia in quell’anno la travagliata vicenda umana, con pesanti ricadute su quella accademica, che lo vedrà costretto a lasciare l’insegnamento per un lungo periodo. Dapprima il trasferimento d’ufficio all’Università di Modena a seguito della sua espulsione dal PNF, poi la lunga e vittoriosa vicenda giudiziaria, sia in sede penale che amministrativa (sulla quale si veda ora il contributo di Roberto D’Orazio), segnarono l’allontanamento dalla cattedra universitaria che riprese proprio a Catania solo nel 1955 e durò ininterrotta fino al 1971. Una cattedra, quella catanese, che aveva visto, tra l’inizio degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, la lunga permanenza di una personalità di rilievo come quella di Paolo Biscaretti di Ruffìa, cui era succeduto per un breve periodo, Pietro Virga, ed infine era stata affidata (nel ’53) a Vincenzo Gueli, altro costituzionalista catanese di grande valore e la cui vita accademica si era anch’essa sviluppata in larga misura sull’asse Catania-Roma. […]