Le Relazioni annuali dei Presidenti della Corte Costituzionale confermano, dalla ormai ventennale entrata in vigore della Riforma del Titolo V, il crescere dell’incidenza (non soltanto) numerica dei ricorsi in via principale. Al di là delle “vette” raggiunte nel biennio 2012-2013, in cui il peso del giudizio in via d’azione ha eccezionalmente superato quello del giudizio in via incidentale (si parlò del 47,46% nel 2012 e del 45,7% nel 2013 rispetto al rapporto totale delle decisioni), va comunque osservato come l’indice del contenzioso rimanga, ancor oggi, elevato. I dati numerici rappresentano, tuttavia, una sola delle facciate del complesso prisma del giudizio in via principale e anch’essi mostrano solo un frammento della complessità del reale: del resto, non tutte le decisioni hanno la stessa estensione, peso specifico e complessità. Se i numeri, da soli, costituiscono un indice della rilevanza del tema, si aggiungono ulteriori elementi che contribuiscono ad evidenziare l’attualità di uno studio sul giudizio in via principale, come quello affrontato da Corrado Caruso.
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