Le scelte che si pongono alla base della gestione delle politiche d’immigrazione pongono inevitabilmente in discussione alcuni cardini del costituzionalismo contemporaneo. La stessa capacità di tenuta del sistema democratico, in effetti, potrebbe essere messa alla prova dall’implementazione di politiche che non sembrano pervenire ad un punto di equilibrio tra gli estremi dell’autorità e della libertà. A questo riguardo, la tendenza normativa che privilegia la dimensione emergenziale e della securitizzazione a discapito di un approccio maggiormente consapevole della natura ormai ordinaria dei flussi in entrata metterebbe a rischio certi diritti fondamentali degli stranieri, con tutta una serie di ripercussioni sul piano della separazione dei poteri e della gerarchia delle fonti. Sono questi i principali nodi che Ornella Spataro tenta efficacemente di sciogliere nel libro intitolato “Fenomeno migratorio e categorie della statualità. Lo statuto giuridico del migrante”. L’ambizioso studio dell’Autrice non si limita, però, ad esaminare gli indirizzi che, nel corso del tempo, sono stati perseguiti dal legislatore in questo settore. Nell’opera, piuttosto, si vaglia il potenziale contrasto della disciplina sull’immigrazione con i parametri valoriali propri dell’ordinamento italiano, proponendo un rimedio al conflitto esistente tra le opposte esigenze in gioco. Più specificatamente, il volume si articola in tre capitoli che esplorano l’argomento scelto da varie angolature tutte parimenti importanti: le migrazioni alla luce degli elementi costitutivi dello Stato; le luci e (perlopiù) le ombre dell’evoluzione legislativa in materia; e le ripercussioni derivanti dal complesso normativo dell’Unione Europea che ha, a sua volta, perseguito una strategia per certi versi contestata.
Nel primo capitolo, in particolare, vengono analizzate alcune delle problematiche che scaturiscono dalla difficile conciliazione del principio personalista e del pluralismo democratico, da un lato, con le immigrazioni di massa, dall’altro. Si fa riferimento, in tal senso, all’universalità dei diritti umani, riconosciuti dalla Costituzione grazie ai pilastri della dignità della persona e dell’uguaglianza sostanziale, i quali dovrebbero guidare i decisori politici anche sulle vicende inerenti all’immigrazione. […]