Giuliaserena Stegher, Recensione a F. Bassanini, A. Manzella (a cura di), Due Camere, un Parlamento. Per far funzionare il bicameralismo, Firenze, Passigli editore, 2017, pp. 196

Nel momento in cui questo contributo viene ultimato, l’Aula del Senato ha approvato a maggioranza assoluta una riforma regolamentare da tempo auspicata. Sebbene sia un mero e puntuale intervento manutentivo, che non ha intrapreso quindi la strada di una revisione integrale dell’intera fonte-atto, lo stesso rappresenta un passaggio importante in questo scorcio finale della XVII Legislatura. In particolare, la revisione tocca tre aspetti di particolare rilievo: la disciplina dei Gruppi parlamentari, con l’obiettivo di disincentivare i passaggi dei singoli senatori tra i vari schieramenti che animano le Assemblee; la riorganizzazione delle commissioni permanenti, nell’ottica di una loro valorizzazione, nonché la semplificazione e razionalizzazione dei lavori. In questo contesto di mutamento, pertanto, il volume “Due Camere, un Parlamento. Per far funzionare il bicameralismo” è particolarmente adeguato, quasi avesse tracciato le linee guida per la Giunta per il regolamento, fautrice e redattrice delle novelle regolamentari approvate dal Plenum il 20 dicembre 2017.

Ovviamente, il percorso è ancora lungo e le questioni rimaste in sospeso sono moltissime. La mancata approvazione del disegno di legge di iniziativa governativa recante disposizioni per il superamento del bicameralismo perfettamente paritario (A.C. 2613), ha inaugurato una nuova stagione di riflessione e di dibattito sia nel mondo politico, sia in quello accademico. Difatti, la questione più urgente è quella di dare avvio ad un’opera di ammodernamento istituzionale per via regolamentare, senza una preventiva riforma a livello costituzionale della parte II del Testo. Per questo, la dottrina, oltre a porsi interrogativi di non poco conto, elabora ipotesi concrete per superare quella peculiare configurazione del bicameralismo italiano, “uguale, paritario e indifferenziato”, in ragione del quale le due Camere sono dotate degli stessi poteri e le attività parlamentari  sono il prodotto del consenso tra le medesime. E questo è l’obiettivo principale del volume, all’interno del quale i singoli Autori formulano ipotesi significative e proposte concrete, stante le difficoltà delle perduranti crisi di legittimazione e di rappresentatività esogene ed endogene cui è soggetto partito politico italiano e che irrimediabilmente riverberano i propri effetti patologici sulle istituzioni democratiche. […]

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