Oreste Massari ha dedicato una parte importante della propria vita di Studioso alla riflessione sui partiti e continua ancora a farlo con impegno e dedizione. Egli ha avuto occasione di vivere in prima persona esperienze importanti della storia repubblicana degli ultimi decenni e di partecipare con intensità al dibattito sulla fine della ‘prima Repubblica’ e sui tentativi di costruzione di un nuovo modello di relazioni politiche e istituzionali. Il rapporto intenso con Maestri di grande prestigio Gli ha consentito di sviluppare ricerche e approfondimenti sulla crisi dei partiti e sulla necessità di individuare percorsi che consentano di recuperare la sostanza dello Stato costituzionale e del messaggio dei Costituenti alla luce delle trasformazioni sociali in atto. Mi sembra che si possa trovare una significativa sintesi del pensiero di Oreste Massari nelle (prime) Conclusioni di una sua Lezione a Perugia del novembre 2013, prima delle vicende del tentativo di revisione costituzionale del 2016 e nel corso dei primi esperimenti di anticipazione della revisione con la legge elettorale (varie versioni di Italicum, poi rivisto e riadattato agli esiti del referendum del dicembre 2016).
Dal 1994 a oggi assistiamo a una straordinaria continuità nell’impostazione della questione elettorale, dovuta alla cultura, condivisa trasversalmente tra i leader politici dei due maggiori partiti e tra gli intellettuali addetti ai lavori, del bipolarismo (più in generale della democrazia maggioritaria) imposto per legge. Si pretende di costruire e fabbricare una democrazia maggioritaria con lo strumento del sistema elettorale, e in particolare con una strumentazione tecnica del sistema elettorale estremamente fragile e debole, controvertibile e irrazionale. Oggi lo strumento privilegiato per l’imposizione di una democrazia maggioritaria è il premio di maggioranza. Il premio dovrebbe fare eleggere direttamente il governo la sera stessa delle elezioni. Ma all’interno della forma di governo parlamentare non esistono elezioni dirette, o come se dirette, dell’esecutivo. O meglio: esistono come se dirette, ma solo finché lo consente il sistema dei partiti. […]
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Di seguito si riporta il sommario dell’articolo: 1. Premessa – 2. Crisi della democrazia pluralista, crisi del Parlamento, crisi dei partiti – 3. Le radici profonde della crisi dei partiti e le molteplici letture del pluralismo democratico – 4. La fine del ‘principe’ e la riscoperta del pluralismo delle istituzioni sociali – 5. Alla ricerca di nuovi protagonisti nel concorso alla formazione dell’indirizzo politico – 6. Decisione, regola, diritto. Le ‘supplenze’ istituzionali alla crisi delle istituzioni elettive – 7. Rappresentazione della complessità e necessità di decisione – 8. Hanno ancora un ruolo i partiti?