Quando nel 1948, in occasione del centenario del Manifesto comunista, apparse la prima edizione italiana del saggio “Tecnica del colpo di Stato”, Curzio Malaparte, nome d’arte di Kurt Erich Suckert, confessò di disprezzare il libro in questione. E non a torto, come dimostrano, in seguito all’arresto del 1933, gli anni di prigionia e di confino che l’Autore italo-tedesco conobbe dopo la pubblicazione a Parigi, nel 1931, di questo breve ma fitto saggio. Malaparte scrisse questo piccolo pamphlet alla fine del 1930, a Torino, quando ancora era direttore de “La Stampa” e lo fece portare a Parigi da un amico fidato, per poi recarvisi di persona a ridosso della pubblicazione, non confidando affatto nella benevola reazione di Mussolini riguardo al contenuto dell’opera.
I. Bernardini, Recensione a C. Malaparte, Tecnica del colpo di Stato, nota al testo di Giorgi Pinotti, Milano, Adelphi, 2011
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