Ilmira Galimova, Recensione a H. Hardman, B. Dickson (a cura di), Electoral Rights in Europe: advances and challenges, New York, Routledge, 2017, pp. 228

Il voto è il diritto politico per eccellenza che sta alla base della democrazia. Finché le persone hanno la possibilità di votare, di scegliere i loro rappresentanti e di esprimere l’opinione su questioni politiche e sociali, è possibile parlare di democrazia funzionante. Per questo motivo è importante garantire a tutto il corpo elettorale la partecipazione alle votazioni, allo scopo di determinare la politica nazionale e, se necessario, ‘punire’ il governo con la non rielezione. In questo senso, il suffragio non è solo lo strumento che stabilisce il nesso tra rappresentanti e rappresentati, ma è anche la garanzia e il presupposto di altri diritti, poiché fornisce una leva con la quale far pressione sui propri governi. Naturalmente, molte condizioni devono essere attentamente osservate se si considerano l’organizzazione e lo svolgimento delle elezioni. Così, le libere elezioni presuppongono, in termini generali, che lo Stato garantisca che le sue leggi non discriminino né scoraggino le persone dal votare e che tutte le procedure si svolgano in maniera imparziale e trasparente. Dunque, la democrazia “non si può concepire senza elezioni che rispettino un certo numero di principi e che permettano di considerarle genuinamente democratiche” (cfr. Commissione di Venezia, “Codice di buona condotta in materia elettorale – Linee guida e rapporto esplicativo”, 2003, p.12). Secondo i dati dell’International IDEA, nel mondo solo pochi paesi, come Brunei Darussalam, Cina, Eritrea, Arabia Saudita e Città del Vaticano, non svolgono elezioni nazionali dirette (v. A. Solijonov,“Voter Turnout Trends around the World”, Rep. Stockholm: International Institute for Democracy and Electoral Assistance, 2016, p. 23; anche in Oman – nonostante l’esistenza di una disposizione nella nuova Costituzione del 2003 sulle elezioni all’assemblea consultiva –non si sono mai svolte elezioni nazionali fino ad oggi, poiché sono state ripetutamente rinviate al 2019).

Ciononostante, non tutti i Paesi possono vantarsi di svolgere elezioni libere ed eque. Questo, in particolare, è evidenziato dai dati del sondaggio “Percezioni sull’integrità elettorale” (PEI index) dell’Electoral Integrity Project, che rilevano l’esistenza di problemi a livello nazionale riguardanti la (ir)regolarità delle elezioni. Particolarmente colpite da pratiche scorrete appaiono alcune zone, tra cui: lo spazio post-Sovietico, l’Asia meridionale e sud-orientale, l’America centrale e il continente Africano (v. P. Norris, M. Grömping ed altri, The Year in Elections, 2017 Mid-Year Update”(The Electoral Integrity Project, University of Sydney & Harvard University), 2017 p. 5). […]

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