“Nel paradossale sistema parlamentare israeliano, che si regge su governi di coalizione, c’è solo una cosa peggiore del perdere le elezioni, ed è vincerle.” La frase di Nahum Barnea, del maggio 2015, sembra essere la più calzante per cogliere le irrisolte problematiche dell’ordinamento israeliano, la cui ontologica instabilità sembra caratterizzare in modo ormai strutturale il regime politico dello Stato di Israele. Il quadrimestre analizzato, che va da maggio 2019 all’ agosto dello stesso anno, è in effetti emblematico della fragilità parlamentare dell’ordinamento in analisi, i cui tratti sono stati in questa sede più volte evidenziati e che condanna lo Stato israeliano, con il suo carico simbolico e geopolitico, ad una incertezza istituzionale prolungata e profonda.
Le elezioni del 9 aprile 2019, di cui si era già dato conto in questa rubrica, hanno visto fallire, con una certa dose di sorpresa, i tentativi di Netanyahu di formare una coalizione di maggioranza a causa delle opposizioni di Avigdor Lieberman, leader di Israel Beitenu e alleato di lungo corso del Primo Ministro uscente. Lieberman ha infatti preteso, per entrare nella coalizione, rassicurazioni da Netanyahu sulla volontà di risolvere l’annosa questione del reclutamento militare degli ultraortodossi, tema caldissimo in Israele, e ha trovato, prevedibilmente, la netta opposizione dei partiti ultra-ortodossi. Netanyahu, in una elezione che è stata evidentemente un referendum sulla sua leadership, non è riuscito a risolvere lo scontro tra due parti numericamente necessari al raggiungimento della quota di maggioranza di 61 MK e, piuttosto che rimettere il mandato nelle mani del Presidente Rivlin con il rischio che venisse affidato a Gantz, ha preferito spingere la Knesset ad approvare un disegno di legge per sciogliere il neo-eletto Parlamento e quello per la convocazione di una nuova tornata elettorale il 17 settembre 2019. In quello che va considerato come uno scenario inedito (non è infatti mai successo che Israele tornasse al voto due volte nello stesso anno), l’ordinamento israeliano si trova ora nuovamente proiettato in una accesa fase di scontro pre-elettorale, con risultati di dubbia previsione e il rischio concreto […]