Il quadrimestre preso in considerazione vede emergere con chiarezza due forti direttrici che caratterizzano attualmente l’ordinamento israeliano: da una parte, i problemi giudiziari di Netanyahu, di cui si è già trattato, oramai sempre più incalzanti; dall’altro, l’ordinamento israeliano è attualmente caratterizzato da un acceso dibattito su disegni di legge molto controversi, che sembrano destinati a mutare alcuni tratti caratteristici di Israele.
Relativamente alle accuse rivolte al Premier, è difficile dire se e quando arriverà una incriminazione formale per Netanyahu, ma nei mesi recenti l’emergere di nuovi dettagli ed indizi ha fortemente condizionato l’opinione pubblica israeliana. Nuove informazioni sono infatti emerse circa il “Caso 3000”, che vede Netanyahu sospettato di corruzione nel milionario acquisto di sottomarini militari tedeschi da parte di Israele, e riguardo al “Caso 2000”, con alcune intercettazioni telefoniche del Premier che aggravano le accuse di aver pagato grosse cifre e danneggiato alcune testate giornalistiche rivali (come Israel Hayom) ottenendo una copertura positiva da Yediot Ahronoth, il secondo giornale più grande del paese. In aggiunta, Netanyahu è coinvolto anche in due scandali minori, il “Caso 1000”, che lo vede accusato di aver ricevuto doni sospetti dai milionari Arnon Milchan e James Packer e l’ “affare Bezeq”, dove alcuni stretti collaboratori del Primo ministro sono accusati di aver ricevuto tangenti in cambio di informazioni riservate. Come se non bastasse, il Procuratore Generale Avichai Mendelbit sembra essere prossimo a formalizzare le ipotesi di reato anche per la first lady Sarah, accusata di sospetta frode nell’uso di fondi pubblici (circa 400000 nis, pari a 90000 uro), creando una situazione che potrebbe pesare non poco sulla già precaria situazione di Benjamin Netanyahu. […]