Il quadrimestre analizzato, che va da gennaio ad aprile 2021, è caratterizzato sicuramente dalla nuova, complessa, tornata elettorale, che ancora una volta attesta il difficile stato di salute delle istituzioni israeliane. Nell’intento di fornire un quadro chiaro ed organico degli eventi, verranno inclusi, nelle pagine a seguire, alcuni riferimenti delle prime due settimane di maggio 2021, che verranno ovviamente ripresi e ampliati nel numero successivo di questa rubrica.
I risultati della quarta tornata elettorale in 24 mesi sembrano in effetti aver confermato il profondo stallo istituzionale già osservato nelle consultazioni precedenti, e non offrire una soluzione di lungo periodo alle problematiche del Paese. Tuttavia, sono molti gli elementi dell’ultima tornata elettorale utili a tratteggiare alcune precise direttrici capaci di fotografare in modo abbastanza preciso aspetti cruciali della complessa società israeliana, spesso analizzata solo attraverso la lente del conflitto israelo-palestinese. Gli exit poll sembravano inizialmente dare a Benjamin Netanyahu la possibilità di assicurarsi una maggioranza, ancorché esigua, qualora Yamina di Naftali Bennett si fosse unito a lui. Gli aggiornamenti successivi, tuttavia, sulla base dello spoglio delle schede e della progressione dei risultati reali hanno invece evidenziato una situazione molto diversa. Il Premier uscente infatti non è riuscito ad ottenere la maggioranza parlamentare e, dopo aver ottenuto il 6 aprile il primo mandato per provare a mettere insieme una insolita coalizione, ha rimesso il mandato il 5 maggio, con il Presidente Rivlin che ha successivamente incaricato il leader di Yesh Atid, Lapid. Sebbene dunque le negoziazioni tra i partiti siano decisamente liquide e ancora in corso, con molti scenari ancora possibili, soprattutto a causa dell’escalation di violenza del maggio 2021, alcuni “verdetti” sono già stati pronunciati.
ISRAELE: Enrico Campelli, L’instabilità parlamentare e le sue inevitabili ripercussioni: le ipotesi di un insolito perimetro di maggioranza e le crescenti tensioni sociali
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