L’aggressione militare della Russia all’Ucraina, il 24 febbraio, potrebbe cambiare il corso della storia mondiale e a maggior ragione incide in modo decisivo sui Paesi confinanti col teatro bellico. La Polonia non può fare eccezione a questo, e infatti nelle settimane successive all’invasione dell’Ucraina si trova coinvolta innanzitutto in una crisi umanitaria senza precedenti in Europa dal secondo dopoguerra, fino ad accogliere in poche settimane oltre tre milioni di profughi (che si sommano a più di un milione di immigrati economici ucraini che già in precedenza soggiornavano stabilmente nel Paese). È facile stimare che questo ha aumentato la popolazione nazionale, almeno temporaneamente, di quasi un decimo, ma con punte notevolmente superiori in alcune municipalità. Se va riconosciuta, almeno fino a questo momento, una tenuta sorprendente degli apparati pubblici ad ogni livello rispetto a una pressione migratoria le cui dimensioni non era facile anticipare, a livello politico non mancano polemiche per il fatto che l’Esecutivo nazionale avrebbe scaricato gran parte dei problemi sulle autonomie territoriali e soprattutto sulle principali città, quasi tutte governate da forze che a livello nazionale si trovano all’opposizione. Al di là di questo, vi è anche chi osserva che la gran parte dello sforzo di accoglienza è stata assunta in prima persona non tanto dagli apparati pubblici quanto dalla società civile, con una dimostrazione di solidarietà che sfida qualsiasi retorica. […]
POLONIA: Jan Sawicki, La guerra in Ucraina cambia anche il corso della storia polacca
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