La decisione di bilancio e i suoi strumenti di Enrico Morando

La decisione di bilancio e i suoi strumenti di Enrico Morando (Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze)*

Il tema di questa lezione è la questione della definizione della decisione di bilancio e di come essa viene strutturata all’interno del nostro ordinamento; delle sue procedure e dei suoi strumenti. Fino a giungere alla illustrazione della legge di bilancio 2015-2018, che il Governo sta predisponendo con il relativo strumento: la Legge di stabilità.

Partirò da una premessa storica, utile per capire come si è definita e per quale motivo è diventata così incisiva nella vita politica dei governi. Successivamente introdurrò il concetto di decisione di bilancio, spiegando come nella prassi vengano usati i suoi strumenti principali, discutendo la sua funzione nell’attuale contesto italiano ed europeo.

È sulla decisione di bilancio che storicamente nascono i parlamenti, per condividere con il sovrano il potere di decidere sul bilancio dello Stato. I baroni che all’inizio del XII secolo marciano su Londra contro Giovanni Senzaterra per imporgli la codecisione sul finanziamento delle guerre che il Re continuava a condurre, facendone gravare i costi interamente sull’unica classe che era in grado di sostenerli, sono il fattore scatenante di un processo che porterà all’affermazione del principio sul quale nasceranno i parlamenti: non ci sarà nessuna futura tassazione se non sarà riconosciuta una rappresentanza – no taxation without representation.

Con la Magna carta il sovrano riconosce ai rappresentanti (in quel caso, i rappresentanti del ceto nobiliare inglese) di potersi raccogliere sotto qualche procedura, in Assemblea, per codecidere sui costi della guerra e del prelievo fiscale volto a coprirne l’ammontare. Questo ci fa comprendere per quale ragione il potere del bilancio è del parlamento anche nei regimi che non hanno una forma di governo parlamentare: anche nel modello presidenziale per eccellenza, quello degli Stati Uniti d’America, che prevede l’elezione diretta del capo dello Stato e del governo (e quindi non prevede che tra il parlamento e il governo ci sia il rapporto di fiducia tipico dei regimi parlamentari), come d’altra parte in Francia, dove il modello istituzionale è di tipo Semipresidenziale, la decisione finale sul bilancio spetta al parlamento – poiché il bilancio si approva solo se il parlamento lo consente. Tant’è che sono assai impegnative e talvolta penose le trattative che il Presidente degli USA deve svolgere con il Senato, e in generale con il Congresso, per ottenere il consenso dello stesso sul bilancio, quando il Presidente non sia sostenuto da una maggioranza politica in una (o entrambe, come si è verificato con le ultime elezioni di metà mandato) delle due Camere (governo diviso). Ciò chiarisce che il potere di decidere sul bilancio non dipende dalla particolare forma di governo: alla fine, è sempre il Parlamento a decidere. Anche se c’è sempre l’intervento del governo come codecisore, secondo procedure caratteristiche di ogni sistema. […]

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* Lezione tenuta il 22 ottobre 2014 all’interno del corso di Diritto parlamentare del Prof. Stefano Ceccanti.

 

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