Desidero innanzitutto rivolgere un sentito ringraziamento al Prof. Fulco Lanchester, per avere organizzato l’incontro di studio di cui qui si raccolgono gli atti e, quindi, i Colleghi Gaetano Azzariti, Felice Besostri, Augusto Cerri,
Matteo Cosulich, Massimo Luciani, Pino Pisicchio e Massimo Siclari, per l’occasione offertami di dialogo e confronto, su di un tema di perdurante attualità.
Iniziativa tanto più encomiabile perché capace di “rianimare” il dibattito in materia elettorale e, per suo tramite e più ampiamente, sulle riforme istituzionali promesse (e non ancora mantenute) nel corso della campagna referendaria che ha portato al cd. “taglio del numero di parlamentari”1, sia che avessero vinto i “no”, sia, a maggior ragione, se a vincere fossero stati, come notoriamente sono stati, i “sì”2. Nell’ambito dell’odierno incontro sul “sistema elettorale in senso stretto: quali prospettive in Italia”3, il mio intervento si propone di passare in rassegna dapprima talune criticità del Rosatellum-bis ereditate dal passato (p. I), per poi porsi nell’orizzonte temporale delle (prossime) elezioni politiche (p. II). L’analisi muoverà, pertanto, dall’idea di un probabile re-impiego, nella prossima tornata di voto, del Rosatellum-bis, ora “riproporzionalizzato” 4.
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SOMMARIO: 1. Premessa. – I. DAL PASSATO AL PRESENTE – 2. Il sistema di votazione. – 3. Il sistema di assegnazione dei seggi. – 4. Segue. Il formato circoscrizionale. – II. …ALL’IMMEDIATO FUTURO – 5. I perduranti dubbi di incostituzionalità del sistema. – 6. Segue. …ed il “taglio”. – 7. Il moto “verticista” e la forma di governo “leadercratica”. – 8. Alcune conclusioni sommarie.