Il 2 giugno il Re Juan Carlos di Borbone ha dichiarato di abdicare al trono di Spagna, aprendo così il processo di successione a favore del primogenito, il principe delle Asturie Felipe di Borbone, primo erede alla Corona secondo l’ordine di successione stabilito dall’art. 57, c. 1, della Costituzione spagnola del 1978.
Il Re Juan Carlos, principale protagonista della Transizione alla democrazia e della successiva evoluzione politico-costituzionale della Spagna post-franchista, ha posto così fine al suo regno dopo quasi 39 anni. La dichiarazione del Re ha avuto una straordinaria eco politica, suscitando ampio clamore nella società spagnola. Si è trattato, infatti, di una decisione improvvisa e parzialmente inaspettata poiché, nonostante già da tempo si fosse aperto un dibattito sulla possibile abdicazione di Juan Carlos, si tendeva a pensare negli ambienti più vicini alla famiglia reale che egli non avrebbe fatto ricorso a tale istituto per tener fede al principio secondo cui “los reyes se mueren, no abdican”.
Il dibattito sulla successione è divenuto più intenso in questi ultimi anni proprio in quanto la Corona si è trovata a vivere uno dei momenti di maggiore debolezza dai tempi della sua restaurazione postfranchista. Dal 2012, in particolare, l’istituzione monarchica attraversa una fase di discredito e impopolarità, come dimostrano gli indici di gradimento diffusi dal Centro de investigaciones sociologicas (Cis), a causa dei diversi scandali che hanno travolto il Re in prima persona e la famiglia reale, nonché per l’imperversare della crisi che ha reso meno accettabili i privilegi loro riservati. In particolare, l’avanzamento della vicenda giudiziaria Nóos, che vede indagati il genero e la figlia di Juan Carlos, Iñaki Urdangarín e Cristina, ha creato negli ultimi mesi tensioni insostenibili nella Casa Real.
È probabile dunque che questi scandali, insieme ai problemi di salute di Juan Carlos, abbiano condizionato o accelerato la sua decisione di abdicare. Decisione che egli ha scelto di annunciare pubblicamente soltanto dopo aver ripreso l’attività istituzionale, interrotta per un breve periodo di convalescenza postoperatoria in autunno, ma che in realtà era stata già presa il giorno del suo 76° compleanno e comunicata da lui stesso al Premier, Mariano Rajoy, e al leader del Partido socialista obrero español (Psoe), Alfredo Pérez Rubalcaba.
Al di là delle ragioni personali che hanno spinto il Re a compiere tale scelta, va osservato che la sua abdicazione e la successiva ascesa al trono del figlio Felipe rappresentano un cambiamento epocale per la democrazia spagnola, che ha suscitato problemi di varia natura.
Dal punto di vista politico, l’abdicazione ha sollevato diverse e vivaci reazioni che hanno evidenziato, da un lato, l’esistenza di una profonda fedeltà alla monarchia e, dall’altro, la presenza di un sentimento antimonarchico e repubblicano nel Paese. […]
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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Introduzione 2. L’atto di abdicazione del Re Juan Carlos I e la sua comunicazione ufficiale 3. I problemi interpretativi relativi all’art. 57, c. 5 Cost. e la legge organica n. 3/2014 che ha reso effettiva l’abdicazione 4. Il giuramento e la proclamazione del Re Felipe VI davanti alle Cortes Generales 4.1. Il discorso di insediamento del nuovo Re 5. Una riforma straordinariamente rapida ma profondamente controversa: il c.d. aforamiento integrale di Juan Carlos e della famiglia reale 6. Conclusioni