Luigi Frati, The flight from science and reason. La lezione della vicenda di Ernesto Bonaiuti

“Emigrata” la mia famiglia dalla natìa Toscana a Cesena ai tempi del Ginnasio (nella seconda metà degli anni ’50) frequentavo il Circolo giovanile dei Gesuiti a Palazzo Braschi, con il colto padre Rolando Palazzeschi che ci impegnava in dibattiti “collaterali” a ciò che si studiava a scuola, specie a filosofia. Si discuteva del problema della conoscenza nella Fisica e nella Metafisica di Aristotele, del significato del Back to Thales di Karl Popper [Beginning of Rationalism, 1958] dell’eppur si muove di Galileo, della Critica alla ragion pura e del Dio come esigenza morale in Kant. Avevo ereditato dal babbo, minatore nell’alta Maremma e partigiano cristiano, una forte fede, insieme con un’apertura militante al sociale e una vicinanza ad un messaggio
evangelico derivata da quelle che i bensanti ritenevano “cattive compagnie” che fiorivano in Toscana (don Zeno Saltini e Nomadelfia, l’amiatino scolopio padre Ernesto Balducci e Testimonianze, in politica la corrente di Base della DC di Nicola Pistelli) e poi le ACLI e a Cesena la DC che aveva come riferimento il ravennate Benigno Zaccagnini. […]

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