La modifica della legge elettorale nel novembre del 2017 (l.n. 165/2017), oggetto di trattazione sul precedente numero di questa Rivista, ha mostrato i suoi effetti dirompenti e critici, già evidenziati sia dalle forze politiche, sia dalla comunità scientifica. L’adozione di una legge elettorale proporzionale priva di stringenti effetti di selettività e di semplificazione del circuito partitico ha prodotto un effetto elettorale particolarmente frammentato. È ulteriormente emersa l’instabilità su cui il sistema si è avvitato da troppo tempo, alimentando quindi la perenne crisi del regime politico italiano, prigioniero inerme di forze politiche prive di un solido collegamento con la società civile e di continue tendenze populiste, plebiscitarie ed euroscettiche. Lo scioglimento delle Camere, intercorso gli ultimi giorni del mese di dicembre 2017, ha ufficialmente inaugurato una campagna elettorale particolarmente serrata. La coalizione di centrodestra si è presentata agli elettori apparentemente unita ed omogenea, in ragione dell’accordo raggiunto tra Matteo Salvini (Lega), Silvio Berlusconi (FI) e Giorgia Meloni (FdI), ma il cui candidato al ruolo di Presidente del Consiglio Leader sarebbe stato individuato a seguito dell’esito elettorale sulla base di quale forza politica avesse ottenuto il maggior numero di voti. Il Movimento 5 Stelle, guidato dal capo politico Luigi Di Maio, designato dalla base elettorale attraverso il voto elettronico sulla piattaforma Rousseau, come facilmente immaginabile, si è invece presentato da solo.
Tale scelta ha caratterizzato anche le forze di centro-sinistra, che si sono confrontate tra loro sulla possibilità di stringere alleanze, cosa che è effettivamente avvenuta. Infatti, la coalizione di centro sinistra, guidata dal Partito democratico, era composta da forze politiche minori quali le neonate forze politiche “Europa” guidata da Emma Bonino, “Civica popolare” con al vertice Beatrice Lorenzin e “Italia Europa Insieme” con leader Giulio Santagata. La campagna elettorale è stata particolarmente aspra in quanto le forze politiche non solo hanno presentato piattaforme programmatiche completamente diverse, ma si sono rivolte reciproche accuse circa la validità e la fattibilità delle concrete misure economiche, fiscali e sociali con cui si sono presentate agli elettori. […]