Il testo di legge costituzionale approvato dalle Camere in seconda votazione, pubblicato nella G.U. del 15/04/2016 e poi rigettato in occasione della consultazione referendaria tenutasi il 4 dicembre 2016, conteneva, all’articolo 6, importanti disposizioni in materia di opposizione parlamentare. Infatti, il suddetto, nel predisporre interventi di modifica all’articolo 64 Cost., rimetteva ai Regolamenti delle Camere del Parlamento il fondamentale compito di assicurare la garanzia dei diritti delle minoranze. Più specificamente, la disposizione attribuiva al Regolamento della Camera dei deputati la potestà di disciplinare lo statuto delle opposizioni. La proposta di novella costituzionale ha costituito l’ennesimo tentativo, da parte del legislatore costituzionale, di confezionare significative disposizioni di principio tese ad attribuire allo schieramento parlamentare opposto a quello della maggioranza un ruolo ufficiale e riconosciuto attraverso la sua consacrazione all’interno della Carta costituzionale. Quello dell’opposizione parlamentare rappresenta un argomento classico, il quale tende certamente a collocarsi a metà strada tra l’ambito giuridico e quello politologico. Infatti, sotto la prima prospettiva non v’è dubbio che l’approfondimento delle prerogative di cui sono titolari le forze di opposizione debba partire da una preliminare analisi delle norme interne alle Camere, le quali consentono alle stesse di definire e strutturare la propria organizzazione in modo da far valere le prerogative ad esse riconosciute. Invece, ponendoci da un angolo prospettico politologico, la configurazione specifica dei soggetti politici che, presenti all’interno delle Assemblee elettive, si propongono l’obiettivo di esercitare la ‘funzione’ di opposizione, costituisce una proiezione dell’intero quadro partitico che contribuisce a vitalizzare e condizionare, come attore politicamente rilevante, un dato ordinamento giuridico.
L’opposizione parlamentare rappresenta un affascinante e ineludibile parametro per studiare e approfondire i cambiamenti di natura politica e istituzionale di qualsiasi regime politico, giacché la presenza di un ‘soggetto’ altro rispetto a quello governativo si pone come un elemento indefettibile per il concreto funzionamento di una democrazia rappresentativa retta dalla logica dell’alternanza e del pluralismo politico. Sulla scia di questi presupposti si colloca il volume prodotto da Elisabetta De Giorgi, la quale si propone l’ambizioso obiettivo di analizzare il fenomeno dell’opposizione parlamentare all’interno del contesto del periodo repubblicano italiano, sposando un più che opportuno approccio di natura storica e politica e individuando in modo puntuale i diversi ‘moduli organizzativi e funzionali’ […]