Con l’inserimento nella Costituzione canadese del 1982 di una Carta dei diritti e delle libertà si è realizzato, nell’ambito del processo costituente, un punto di svolta che autorevoli studiosi hanno definito “rivoluzionario”, in quanto ha comportato un profondo allontanamento dal modello di protezione dei diritti fondamentali accolto dalla tradizione del costituzionalismo britannico. Con l’entrata in vigore della Carta il 17 aprile 1982, assieme alla Costituzione del Canada, i diritti fondamentali trovano, infatti, per la prima volta nell’ambito del modello di common law, pieno riconoscimento e tutela in una fonte di rango costituzionale, che sancisce il sindacato diffuso di costituzionalità affidato alle Corti e il carattere della rigidità della Costituzione, come strumenti posti a garanzia degli stessi diritti. A parte questo avanzamento senza precedenti attuato dalla Carta canadese dei diritti e delle libertà, è importante anche evidenziare come, nel periodo precedente alla sua adozione, la società civile abbia avuto l’opportunità di prendere parte attiva al dibattito sull’assetto delle garanzie delle libertà e della democrazia e divenire così pienamente consapevole della grande rilevanza che ha rivestito il momento istituzionale della redazione della stessa Carta per la definizione dei caratteri fondamentali dell’ordinamento giuridico. Si tratta di un importante processo di consultazione democratica che non avrebbe potuto concretizzarsi qualora l’allora Primo Ministro Pierre Elliott Trudeau non avesse preso la decisione di istituire un Comitato speciale congiunto, composto da dieci deputati e quindici senatori, con il fine di superare i veti provinciali che ostacolavano il processo costituente e di consentire così alla società civile […]
Mario Altomare, Recensione a A. Dodek, The Charter Debates: The Special Joint Committee on the Constitution 1980-1981 and the Making of the Canadian Charter of Rights and Freedoms, Toronto, Toronto University Press, 2018, pp. 490
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