Guido Gonella ne La nozione di bene comune (1938)1, sottolineava quando negli anni Trenta si rivendicavano i misconosciuti diritti della persona e si lavorava per l’avvento di un sistema democratico, sembrava che il problema del futuro non fosse tanto l’affermazione dei diritti della persona, quanto la chiara coscienza dei suoi doveri: rivendicare la priorità del bene comune sul bene particolare. Diceva Gonella: “Tutte le democrazie tendono a scivolare verso forme di individualismo egoista e chi vuole saldo e duraturo il sistema democratico deve insistere sui doveri della persona verso la comunità deve rivendicare la priorità del bene comune sul bene particolare”2.
Fino a quando i beni pubblici sono stati utilizzati dal dominus proprietario pubblico per la crescita economica del Paese, il tema dei beni comuni è rimasto sullo sfondo. Invece, il sacrificio dei beni comuni, a partire dai processi di privatizzazione degli anni ’90, da Maastricht in poi, per mere questioni di bilancio, sta minando alla base i valori della persona, delle comunità, che si affermano soltanto se alla base vi è una salda coscienza dei doveri dello Stato. […]