“Who runs the world?” Questa la domanda chiave che apre il volume di Sabino Cassese, The Global Polity, Sevilla, Global Law Press, 2012, ed a cui l’autore cerca di rispondere, componendo al contempo un quadro dell’assetto politico e giuridico del mondo. L’autore, nella sua copiosa produzione sui temi globali, ci ha abituati al contatto con una variegata e appetitosa casistica, che introduce direttamente nel quadro giuridico globale, e soprattutto
nelle più rilevanti novità che esso presenta rispetto al quadro tradizionale. E’ opportuno dunque segnalare subito che questo volume si distacca invece da un carattere prevalentemente casistico. Esso non è incentrato su una casistica e cerca piuttosto di ricostruire i primi lineamenti di quello che si potrebbe definire il “governo globale”. L’espressione “governo globale” non corrisponde perfettamente alla “global polity” del titolo, che del resto utilizza un termine poco traducibile in italiano come polity, ma rende l’idea del fuoco tematico del libro, che propone all’attenzione l’interrogativo sul tipo di
ordinamento globale in cui viviamo, e sul rapporto che esso ha con gli assetti democratici degli stati. Viene sottolineata altresì la rapidità dei processi di mutamento in atto, che si sono svolti complessivamente nell’arco di non più di 15-20 anni, a partire specialmente dagli anni novanta del 900. Nel giro di un ventennio si è creato uno spazio giuridico globale che appare “marbled”, ossia caratterizzato da linee e colori che si combinano variamente e che incrociano in modi differenti il livello nazionale con quello sovranazionale, transnazionale e globale.
Maria Rosaria Ferrarese. Il paradosso contemporaneo
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