Il tema del mio intervento sembra alludere a un passaggio radicale da un’epoca contrassegnata dalla centralità e dal ruolo preminente del partito di massa nelle democrazie, considerata tutto sommato positiva in sede di bilancio complessivo, all’epoca presente – non solo in Italia – caratterizzata dal declino e dalla destrutturazione o liquefazione dei tradizionali sistemi partitici, della comparsa di sempre più nuovi partiti o movimenti antisistema, partiti populisti e partiti personali che sfidano e a volte minacciano la tenuta ed essenza della stessa democrazia intesa come democrazia rappresentativa. Non a caso molti dei problemi, sfide, difetti che si ravvedono nelle democrazie contemporanee sono da ritenere come le conseguenze della debolezza, del declino e in qualche caso della scomparsa dei partiti politici e della destrutturazione dei sistemi partitici.
E questo perché esiste un nesso stretto tra partiti politici e democrazia, un rapporto che si stabilisce sin dalla affermazione della rappresentanza politica moderna sorta attraverso le rivoluzioni inglese, americana e francese. Infatti i partiti, nella società moderna, riempiono il vuoto che si è creato tra il vertice della sfera decisionale, fondata sulla rappresentanza politica (composta di pochi), e una società sempre più composta d’individui e sempre più titolari di diritti (i molti e i moltissimi). C’è, dunque, una ragione sistemica per l’avvento e la presenza dei partiti politici, e la loro ragione […]
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SOMMARIO: 1. I partiti e la democrazia. – 2. Il partito di massa classico. – 3. Le fratture e i sistemi di partito. – 4. Usura, involuzione, ritardo dei partiti tradizionali. – 5. La disintermediazione e la spinta al direttismo. – 6. La mediatizzazione della politica e le nuove tecnologie della comunicazione. – 7. Partitocrazia senza partiti.