Il tema dell’incontro di oggi è l’emergenza sanitaria e i suoi effetti sulla legislazione elettorale in Italia, ma contemporaneamente un altro tema è la ripubblicazione del volume di Mortati del 1946 sulla legge elettorale cecoslovacca del 1920. Nella sua introduzione, Fulco Lanchester afferma che questo volumetto presenta “aspetti di scottante e inaspettata attualità”. Non c’è da dubitare – soprattutto dopo la lettura dell’opera in questione – di questa affermazione, giacché Costantino Mortati è divenuto oramai un “classico” e come tale ha individuato problemi permanenti e strutturali della politica di massa democratica. Partirei allora proprio dai temi presenti in questo contributo di Mortati per poi arrivare ai giorni nostri e per riflettere sui problemi ancora aperti sul terreno della legislazione elettorale e più in generale del nostro assetto democratico.
Il primo punto – pregiudiziale a tutto ciò che ne consegue – è la scelta del sistema elettorale propriamente detto. Questa scelta va individuata per lo studioso calabrese nel passaggio dal suffragio ristretto a quello universale, passaggio che comporta inevitabilmente per le caratteristiche della società cecoslovacca dell’epoca – ma si potrebbe estendere il ragionamento a tutti i paesi dell’Europa continentale – il passaggio dal sistema maggioritario basato sul collegio uninominale al sistema proporzionale basato sul voto di lista. Il maggioritario con collegio uninominale presuppone l’omogeneità del corpo elettorale, omogeneità che è garantita proprio dalla ristrettezza del corpo elettorale, quantificabile in poche centinaia di migliaia di aventi diritto, appartenenti ai ceti medio-alti. Via via che il diritto di voto si allarga e si estende a milioni di soggetti prima esclusi dalla partecipazione politica, irrompono sulla scena nuove fratture storico-sociali (comprese quelle di natura etnica e linguistica) […]