Tra i principali eventi dell’ultimo quadrimestre del 2018 in Polonia vi sono senz’altro le elezioni amministrative generali e i rapporti con l’Unione europea per quanto attiene al giudiziario, in particolare alla Corte suprema. Cominciando da quest’ultimo aspetto, vi è da rilevare il successo riportato dal ricorso per inadempimento attivato dalla Commissione europea nei confronti della Polonia dinanzi alla Corte di giustizia UE (C-619/18, Commission v. Poland), in applicazione dell’art. 258 TFUE. Il 19 ottobre un’ordinanza della Corte di Lussemburgo ha imposto alla Polonia di sospendere, a titolo cautelare e in attesa di un giudizio definitivo, l’applicazione di alcune disposizioni di legge relative all’organizzazione del giudiziario e in particolare della Corte suprema polacca (Sąd Najwyższy); di consentire ai giudici della stessa Corte di poter continuare ad esercitare le proprie funzioni godendo delle stesse garanzie loro accordate fino all’entrata in vigore delle leggi sulla cui compatibilità con il diritto europeo la Corte di Lussemburgo deva ancora decidere; di astenersi dall’immissione di nuovi giudici in sostituzione di quelli sottoposti dalla legislazione contestata al -collocamento a riposo anticipato, e in particolare del primo presidente (il cui mandato di sei anni, previsto dalla Costituzione, era stato troncato dalla legge con effetto retroattivo).
Così, mentre la procedura di cui all’art. 7 TUE, avviata nei confronti della Polonia nel dicembre 2017 sulla base del rischio di violazioni gravi dei valori enunciati nell’art. 2 TUE, sembra essersi arenata soprattutto a causa dei requisiti quasi proibitivi per le minoranze di blocco su cui la Polonia può contare, un ricorso in sede giurisdizionale produce in modo immediato – seppure cautelare e provvisorio – effetti tangibili su un aspetto specifico, anche se di grande momento, della crisi attuale dello stato di diritto in Polonia. A dispetto del suo carattere puntuale e non ancora definitivo, si è creato un precedente di straordinario successo: l’intervento della giurisdizione europea, con un’interpretazione forse estensiva della portata di alcune norme del TUE e della Carta dei diritti fondamentali, ha messo in chiaro per questo paese, come per qualunque altro in futuro pensasse […]