“Si può tentare di definire la città in molti modi diversi”. Con questo incipit Max Weber apriva il suo, sempre attuale, saggio sulla città. A ben vedere infatti la polisemia insita in tale oggetto di studio e l’approccio multidisciplinare che si presta perfettamente alla sua analisi rende particolarmente difficoltoso ricondurre ad unità e pertanto categorizzare esaustivamente il fenomeno urbano. La città, in particolar modo quella globalizzata (c.d. global city), è investita da questioni multiformi che in essa si dipanano e che ne plasmano lo spazio fisico e politico oltre che lo sviluppo economico e sociale. Tra queste è possibile annoverare, senza alcuna pretesa di esaustività, l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, il fenomeno migratorio, il commercio globale e locale, la crescita delle aggregazioni urbane (spesso sregolata), la questione ambientale; molteplici elementi che conducono inoltre ad interrogarsi sulla sostenibilità stessa della città; sostenibilità in tal caso da intendere nella sua accezione più ampia. Proprio dalle riflessioni operate da Max Weber sulla città prende avvio l’opera collettanea: La città oltre lo Stato, (a cura di) F. Pizzolato, G. Rivosecchi e A. Scalone, Torino, Giappichelli, 2022. In particolare, la rilettura dell’autore avviene grazie ai contributi di M. Almagisti (5-11) e M. Basso ( 13-22). […]
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SOMMARIO: 1. Premessa – 2. Il passaggio dal “diritto della” al “diritto alla” città e la ricerca di uno spazio che vada “oltre” lo Stato. – 3. La Smart city: un approccio innovativo per coniugare diritto alla città, digitalizzazione e politiche urbane. – 3.1. L’ambiguo contenuto giuridico della Smart City e l’incerta regolamentazione del fenomeno. – 3.2. Gli attori della Smart City: tra riconoscimento di diritti e difficoltà di tutela. – 3.3. Quale livello territoriale e quali strumenti per sviluppare la Smart City? Alcune riflessioni. – 4. Il principio di sussidiarietà orizzontale e il diritto alla città. Rimanere entro lo Stato per sentirsene parte attiva. – 5. Conclusioni