L’ annuncio delle dimissioni della first minister nord-irlandese Arlene Foster da leader del Democratic Unionist Party (DUP) il 28 aprile chiude in modo emblematico il quadrimestre preso in esame in questa sede, quadrimestre segnato in modo particolare dalle forti tensioni esplose tra le comunità unionista e nazionalità che hanno messo in luce i fragili equilibri post Brexit.
La Foster, alla guida del DUP dal 2015, cesserà di essere leader del partito il 28 maggio, mentre lascerà la carica di First Minister of Northern Ireland alla fine di giugno. Le regole del power sharing vigenti prevedono che i deputati dell’Assemblea nord irlandese, una volta eletti, dichiarino la loro appartenenza ad uno dei due principali schieramenti (nazionalisti e unionisti) o ad un terzo; ai sensi del Northern Ireland (St Andrews Agreement) Act 2006, il First Minister e il suo deputy devono essere espressione dei due principali partiti in Parlamento e scelti uno nella compagine degli unionisti e l’altro dei nazionalisti. I due vertici dell’Esecutivo sono strettamente legati, aut simul stabunt aut simul cadent, pertanto le dimissioni della first minister determineranno quelle della sua deputy Michelle O’Neill del Sinn Féin.
REGNO UNITO: Giulia Caravale, Il Nord Irlanda: un problema della Brexit di difficile soluzione
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