Nel Regno Unito il tema della Brexit è stato il leitmotiv anche dell’ultimo quadrimestre dell’anno. L’uscita dall’Unione europea non presenta solo problemi di natura politica per la tenuta del Governo, diviso al suo interno tra sostenitori della soft o della hard Brexit, ma solleva anche interessanti e complesse questioni di natura costituzionale. L’esecutivo May, in questi mesi, è stato impegnato da un canto nelle trattative con l’Unione europea per giungere ad un accordo di massima indispensabile per il passaggio alla fase successiva dei negoziati, dall’altro, a Westminister, nell’esame dell’European Union (Withdrawal) Bill 2017-2019, il principale disegno di legge sulla Brexit, che è stato presentato il 13 luglio ai Comuni e che ha iniziato la seconda lettura il 7 settembre. Si tratta di uno degli 8 disegni di legge in tema di uscita dall’Unione – sicuramente quello più rilevante – che il Governo May vuole far approvare nell’attuale sessione parlamentare di durata biennale.
Obiettivo del bill è in primo luogo l’abrogazione dell’European Communities Act 1972 e la conversione in normativa nazionale di tutta quella europea (anche nelle materie che sono state devolute a Scozia, Galles e Irlanda del Nord) al fine di evitare vuoti legislativi conseguenti all’uscita dall’Unione. Il testo prevede una nuova categoria di atti legislativi nazionali, quella delle “retained EU laws”, che renderanno effettiva la normativa europea nel Regno anche dopo la Brexit. Si tratta di leggi nazionali che però beneficeranno del principio di supremazia di cui gode attualmente il diritto comunitario, di modo che, fino all’uscita definitiva del Regno dall’Europa, se dovesse sorgere un conflitto tra la normativa interna, anche approvata successivamente, e le “retained EU laws”, queste ultime prevarranno, con buona pace del principio della sovranità parlamentare.
Inoltre, mentre attualmente le leggi delle Assemblee devolute sono nulle se contrarie alla normativa europea, la clause 11 dell’European Union (Withdrawal) Bill prevede che tali atti non potranno essere contrari alle “retained EU laws” nazionali, anche se riguarderanno competenze di Scozia, Galles e Irlanda del Nord. […]