Nel Regno Unito il dibattito politico – costituzionale dei primi mesi del 2016 appare incentrato, in modo particolare, sul complesso tema della sovranità del parlamento, declinato nelle sue diverse accezioni. La tutela di detta sovranità è uno degli elementi che ha spinto, ad esempio, il Premier Cameron a ridefinire con gli altri Paesi europei il ruolo del Regno Unito nell’Unione e ad indire, per il prossimo 23 giugno, il referendum sul Brexit.
La campagna referendaria a favore o contro la permanenza del Regno Unito in Europa è protagonista indiscussa del confronto politico attualmente in corso. Ma il tema della potenziale limitazione della sovranità di Westminster è stato rilevante anche per il processo che ha condotto il 23 marzo, all’approvazione dello Scotland Act 2016. La legge ha attuato quanto previsto, nel novembre 2014, dall’accordo della commissione Smith, istituita dopo la vittoria del No al referendum per l’indipendenza, ha devoluto nuove competenze alle istituzioni scozzesi, tra cui importanti responsabilità in materia finanziaria, e ha reso governo e parlamento istituzioni “permanenti”.
Dopo 18 anni dall’approvazione dello Scotland Act 1998, istitutivo dell’Assemblea di Holyrood, la nuova legge attribuisce, tra l’altro, alla Scozia il potere di fissare i tassi di imposta sul reddito e di ricevere la metà dell’IVA pagata in Scozia, poteri in materia di welfare ed in materia elettorale. Inoltre, il parlamento scozzese aumenterà le sue competenze nell’ambito dello sfruttamento delle risorse naturali ed in altre materie quali la circolazione stradale, il diritto dei consumatori, le concessioni ferroviarie, la gestione del crown estate.
La rilevanza della legge risiede anche nel fatto che essa – per la prima volta – afferma che parlamento e governo scozzesi sono istituzioni permanenti e formalizza la legislative consent motion, la convenzione consolidatasi in questi anni, secondo la quale l’approvazione di una legge da parte di Westminster nelle materie devolute alla Scozia viene preceduta dalla votazione di una mozione da parte del parlamento di Edimburgo. Il tema della “permanenza” delle istituzioni scozzesi era stato oggetto di ampia discussione durante il dibattito in aula, dato che tale novità non sembrava compatibile con il principio della sovranità del parlamento ed in particolare con la regola per cui “Parliament cannot bind its successor”. […]
REGNO UNITO, Giulia Caravale, Lo Scotland Act 2016 e la permanenza delle istituzioni scozzesi
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