REPUBBLICA CECA: Simone Benvenuti, La Repubblica Ceca alle prese con la crisi sanitaria si prepara per le prime elezioni dall’inizio dell’epidemia

Nel corso delle prime fasi della crisi epidemica l’ordinamento ceco ha mostrato un discreto grado di stabilità e reattività che ha permesso di ricondurre il quadro giuridico e dei rapporti costituzionali entro i confini ordinari. Alcuni osservatori abbiano hanno rilevato purtuttavia in termini parzialmente problematici non solo la limitazione del ruolo del legislativo, ma soprattutto la riluttanza della Corte costituzionale, con le controverse ordinanze del 28 aprile e del 5 maggio, a interferire sulle misure prese dal Governo. Dall’11 maggio, il Governo ha attenuato però le restrizioni, per arrivare il 17 maggio alla cessazione dello stato di emergenza. Dal mese di agosto, la diffusione epidemica, le cui cifre hanno oltrepassato i 1.000 contagi giornalieri che hanno riguardato anche alcuni deputati, ha spinto il Governo, che pure per il futuro ha eslcuso ogni ipotesi di un secondo lockdown generalizzato, a ipotizzare l’introduzione di nuove misure restrittive.

In questo contesto, i cittadini cechi – pur nella crescente sfiducia verso le istituzioni – si apprestano a partecipare alle prime elezioni organizzate dall’inizio dell’epidemia da Covid-19. Queste si terranno il 2 e 3 ottobre e comporteranno il rinnovo dei consigli di tredici delle quattordici regioni e di un terzo dei membri del Senato (alle elezioni senatoriali ultime è candidata come indipendente anche l’ex Ombudsman Anna Šabatová). I sondaggi indicano il persistente favore per ANO, che raccoglie il 30% circa dei consensi, seguito da ODS, dal Partito Pirata e dal Partito socialista (quest’ultimo attualmente al Governo con ANO), che si attestano tra il 13% e il 14% di consensi. Nel corso dell’estate, i partiti di opposizione hanno sollevato la questione dell’esercizio del diritto di voto da parte delle persone poste in quarantena; il Ministro dell’Interno Jan Hamáček ha subito aperto una discussione pubblica con tutti i partiti sulle possibili soluzioni, prospettando quattro diversi approcci: il c.d. “drive-through voting”, vale a dire il voto dalla macchina in determinati luoghi a ciò deputati, l’istituzione di uffici elettorali speciali itineranti, la creazione di collegi elettorali speciali presso le strutture sanitarie e sociali e la delega dell’esercizio del diritto […]

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