Com’è noto, l’introduzione nel 2000 del quinquennato e la successiva modifica del calendario elettorale hanno profondamente inciso sul funzionamento della Cinquième.
Da un lato, infatti, il presidente della repubblica, una volta perso con la riduzione del mandato il proprio “tempo” a vantaggio di una visione politica più immediata, è stato costretto non solo a raccogliere la «sfida personale ad agire» ovvero a intervenire in modo diretto e costante nell’attività quotidiana di governo, ma anche a rispondere all’opinione pubblica delle decisioni da lui adottate. Dall’altro, lo svolgimento delle presidenziali prima delle legislative e la quasi coincidenza delle due consultazioni hanno aumentato le probabilità di riproposizione del fait majoritaire ovvero dell’omogeneità politica della maggioranza parlamentare a quella presidenziale, condizione politico-istituzionale indispensabile perché il capo dello Stato possa esercitare un ruolo governante e dare attuazione ai propri impegni programmatici .
Nel contempo, l’esigenza di non sovvertire il calendario elettorale e la maggiore coerenza politico-programmatica della maggioranza governativa hanno reso assai meno praticabile il ricorso allo scioglimento e alla sfiducia, accentuando l’evoluzione del regime verso un assetto istituzionale in cui l’Eliseo appare sempre più al centro del sistema. […]
Rino Casella, Capo dello stato e forma di governo dopo la riforma del quinquennato
Questa voce è stata pubblicata in:
Convegni, Nomos e contrassegnata con "Nomos 2/2022", CAPO DELLO STATO, Casella, forma di governo, Francia. Contrassegna il Permalink.