Dalla seconda metà del secolo scorso, la società è caratterizzata dal rischio – da cui “società del rischio” – ovvero dal potenziale dell’origine umana di generare danni gravissimi a interessi e beni collettivi della massima rilevanza per l’umanità, e che, se si concretizzano, sono difficili o impossibili da riparare. Di fronte alle varie manifestazioni capaci di generare tali danni, si può parlare di rischi (al plurale). Questi non agiscono isolatamente, ma insieme e dialetticamente e danno origine a loro volta a nuovi rischi, con i quali la società si sviluppa e convive, provando a gestirli nel tentativo di limitarli e/o contenerli. Questo fenomeno si sviluppa, inoltre, parallelamente ad altri due fenomeni propri di questo secolo, ovvero il progresso tecnologico e la globalizzazione, che agiscono da motori e amplificatori del primo. Da una parte, la tecnologia fornisce le risorse che generano gran parte del rischio, permettendo in misura sempre maggiore all’umanità di affrontare le sfide e raggiungere soluzioni e risposte a problemi e necessità, ma al prezzo di metterla a sua volta in uno stato di pericolo.
Rosa Iannaccone, Recensione a F. Balaguer Callejón, M. Azpitarte Sánchez, E. Guillén López, J. F. Sánchez Barrilao (a cura di), Los derechos fundamentales ante las crisis económicas y de seguridad en un marco constitucional fragmentado, Navarra, Thomson Reuters, 2020, pp. 549.
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