Manca solo un anno alle prossime elezioni presidenziali russe, ma le questioni aperte sono ancora tante1. Innanzitutto, non sono state chiarite le intenzioni del Presidente in carica circa la sua partecipazione alla corsa presidenziale.
Tra i leader dei partiti politici soltanto due – Zhirinovsky e Yavlinski – hanno già annunciato la loro candidatura. Le incertezze, tipiche per i regimi autoritari “di tipo elettorale”2, non sono, ovviamente, connesse alla definizione del favorito. Esse riguardano soprattutto le modalità secondo le quali si svolgeranno le elezioni (il regolamento ed il “trattamento” dei candidati dell’opposizione) e le conseguenze politiche post-elettorali in caso di conferma dell’ipotesi più attesa – la rielezione di Vladimir Putin (quale sarebbe l’agenda del Cremlino per il futuro del Paese?).
Per quanto concerne le modalità incerte della campagna, in effetti, nei prossimi mesi si attende un cambiamento della disciplina legislativa che regola le elezioni presidenziali. Si tratta di proposte per modificare la legge federale “Sulle elezioni presidenziali”, incluse anche quelle che consentono di spostare la data delle elezioni al 18 marzo, data che coincide con la Giornata della riunificazione della Crimea con la Russia. Non deve sorprendere l’atteggiamento dei legislatori russi, considerando la regolarità con cui la legislazione elettorale viene “ritoccata”3, tanto che è divenuta quasi un’abitudine svolgere secondo regole nuove ogni successiva elezione. […]
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