Uno dei principali eventi della vita politica e costituzionale russa che hanno caratterizzato l’ultimo quadrimestre del 2016 è rappresentato dalle elezioni della Duma della VII legislatura. Il rinnovo della Duma di Stato, costituzionalmente stabilito ogni cinque anni, è stato appositamente anticipato da dicembre a settembre [Legge federale n. 272 «Sulle modifiche agli articoli 5 e 102 della Legge federale “Sulle elezioni dei deputati della Duma di Stato dell’Assemblea Federale della Federazione Russa”» del 14.07.2015] con lo scopo di sincronizzare le elezioni nazionali e quelle regionali, che in tal modo sono state svolte nel Giorno Unico delle Elezioni, terza Domenica del mese – il 18 settembre. Le elezioni parlamentari costituiscono l’evento politico più importante per il Paese, dopo le elezioni presidenziali, anche se nel corso dell’ultimo decennio hanno perso progressivamente la loro importanza: oggi le elezioni della Duma sono considerate dagli osservatori politici come “le primarie per le elezioni del Presidente della Federazione Russa” [v. ad esempio, il Rapporto dell’OSCE sulle elezioni presidenziali russe del 2000].
Anche questa volta le elezioni della nuova Duma si sono trasformate in un voto a sostegno dell’indirizzo politico presidenziale, dato che il partito del potere “Russia Unita” ha ottenuto un numero record di mandati parlamentari. Il fatto che le elezioni della Duma si siano tenute per la prima volta nella penisola di Crimea ha segnato il completamento dell’integrazione dei nuovi territori nel sistema politico russo (appare interessante notare che a seguito delle elezioni, l’8 novembre, l’Unione Europea ha adottato ulteriori misure restrittive individuali nei confronti di sei deputati della Duma eletti nelle circoscrizioni della Crimea).
Come hanno osservato gli esperti politici, queste elezioni svolte secondo il nuovo “vecchio” sistema elettorale sono state le più tranquille, silenziose e “le meno interessanti” nella Russia post-sovietica. A differenza della campagna del dicembre 2011 che si era conclusa con le proteste “Per le elezioni oneste!”, le ultime elezioni non sembrano aver provocato particolari malcontenti rispetto agli esiti delle votazioni, anche grazie alla recente nomina dell’eminente attivista per i diritti umani con una reputazione “immacolata” Ella Pamfilova alla carica di Presidente della Commissione Elettorale Centrale, il cui lavoro è stato apprezzato anche dalla missione di osservazione dell’OSCE [Statement of Preliminary Findings and Conclusions, International Observer Mission, Russian Federation – State Duma Elections, 18 September 2016]. […]