Il 18 marzo si sono tenute in Russia le elezioni presidenziali. Questa volta, però, non hanno suscitato particolare interesse nel pubblico internazionale né in quello russo, poiché nessuno aspettava modifiche radicali nel panorama politico: la rielezione di Vladimir Putin era praticamente scontata. Così come largamente previsto, Putin ha ricevuto infatti per la quarta volta (non consecutiva) il mandato per gestire il Paese fino al 2024. La Costituzione afferma infatti che “la stessa persona non può coprire la carica di Presidente della Federazione Russa per più di due volte consecutive” (art. 81, terzo comma). Proprio questa previsione lascia ampio spazio al dibattito sul post-2024, in cui coesistono due principali scenari – la disegnazione del successore (preemnik) e la riforma costituzionale (modello cinese, o qualsiasi altro intervento ad hoc adatto allo spazio post-sovietico1) . Per ora, possiamo affermare che la storia post-sovietica della Russia ha conosciuto soltanto tre figure che hanno rivestito la carica di Presidente: Eltsin, Putin e Medvedev. Tra questi soltanto Putin è riuscito a diventare non solo il politico russo più longevo, ma anche un leader forte e popolare a livello nazionale e mondiale.
Vladimir Vladimirovic è al potere dall’inizio del 2000 e da quel momento non ha mai perso le redini, rivestendo la carica di Presidente ad interim nella prima metà del 2000, di Capo di Stato nei periodi 20002004, 2004-2008, 2012-2016, e di Primo Ministro nel 2008-2012. Egli ha consolidato durante la sua presidenza quello che viene chiamato il vertikal’ vlasti, ha assistito nella sua creazione il partito del potere “Russia Unita”, ma soprattutto ha restaurato il potere del governo centrale e la forza militare, restituendo alla Russia, per quanto possibile, il ruolo internazionale che aveva in passato2. Alla fine, il Presidente della Russia è diventato una persona quasi mistica, un simbolo del Paese, e l’espressione la “Russia di Putin” ha acquisito un significato particolare: non solo come periodo della storia russa, ma come un intero organismo socio-statale con meccanismi propri. Non a caso, l’ex vice capo dell’amministrazione presidenziale russa e ora speaker della Duma Vyačeslav Volodi […]