Sono molto contento, e ringrazio l’amico prof. Fulco Lanchester, per questa occasione che mi è stata data di ricordare il contributo dei giuristi della Sapienza all’attività di elaborazione della carta costituzionale dell’Italia democratica, in coincidenza con il settantesimo anniversario della conclusione dei lavori dell’assemblea costituente.
Vorrei subito ricordare una circostanza che mi riguarda: al contrario di tanti bravi e giovani colleghi che hanno parlato in questo convegno, io ho conosciuto e frequentato i giuristi dei quali ci è stato chiesto di parlare e scrivere e conservo tuttora un vivo ricordo del loro insegnamento: parlare e scrivere con riferimento alla loro attività di docenti e di studiosi è un privilegio che assume per me un particolare e importante significato. Tra i professori ricordati nel corso di un’intensa giornata, il 30 novembre 2017, alcuni sono stati miei professori nei quattro anni di frequenza del corso di laurea in giurisprudenza della Sapienza, dal 1953 al 1957: Gaspare Ambrosini (a Roma dal 1937), mio professore di Diritto costituzionale nell’anno accademico 1953-’541, Arturo Carlo Jemolo (a Roma dal 1933), mio professore di Diritto ecclesiastico nel corso dell’anno accademico 1954-55, Giovanni Leone (a Roma dal 1955) e Antonio Segni (a Roma dal 1953), miei professori di Procedura penale e di Procedura civile nell’anno accademico 1956-57; e aggiungo il nome del professore Francesco Calasso, chiamato a Roma sin dall’anno accademico 1945-1946, mio indimenticabile professore di Storia del diritto italiano, nell’anno accademico 1955-’56, che per un decennio esercitò le funzioni di preside della facoltà di Giurisprudenza della Sapienza, dal 1955, quando io seguivo le sue lezioni, fino alla data della sua morte del 10 febbraio 1965.
Mi è stato assegnato il compito di parlare di Arturo Carlo Jemolo, che nell’Italia liberale, fascista e democratica del secolo scorso non è stato soltanto uno dei personaggi più rappresentativi della cultura ma anche un protagonista della vita politica e sociale del nostro Paese nei tre periodi della sua vita; la sua produzione scientifica e la sua attività di docente […]
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Di seguito si riporta il sommario dell’articolo: 1.Premessa. La presenza e l’insegnamento di Arturo Carlo Jemolo e Francesco Calasso nell’università di Roma La Sapienza, dopo la caduta del fascismo. – 2. L’attività didattica e scientifica di Jemolo nel ventennio fascista. – 3. I primi anni del secondo dopoguerra. Confessioni, esami di coscienza e ricerca di responsabilità: «quali colpe abbiamo avuto, soprattutto tra il 1915 ed il 1925, davanti a Dio». Dubbi, perplessità e interrogativi. – 4. L’anno 1945: inizio di una nuova storia. A.C. Jemolo “educatore costituzionale” del popolo. Contributo per la costituente e per il paese: la radio, gli articoli sui giornali, la partecipazione alla vita della cultura. Considerazioni sulle costituzioni e Che cos’è una Costituzione. «Bisogna che ciascuno cerchi di precisare le sue idee: pensare, studiare, avere idee chiare». – 5. Bibliografia.