Il 20-21 ottobre 2017, a pochi giorni dalle elezioni parlamentari austriache in cui il partito di estrema destra FPÖ aveva messo seriamente in questione la posizione dei socialdemocratici come secondo partito dopo l’ÖVP di Sebastian Kurz, anche la Camera dei Deputati della Repubblica ceca è stata rinnovata.1 Le elezioni della camera bassa ceca, che si rinnova ogni quattro anni, hanno seguito la scadenza naturale di questa nonostante la crisi politica che nel maggio precedente aveva costretto alle dimissioni il Ministro delle finanze Andrej Babiš.2 Alle elezioni partecipavano, accanto alle forze politiche tradizionali3, alcuni partiti di più recente creazione. Tra questi, Akce nespokojených občanů (letteralmente, Azione dei Cittadini Insoddisfatti, ANO 2011), fondato nel 2011 proprio dall’ex Ministro delle finanze, ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti (29,64%) e 78 seggi (39%)4.
Le elezioni parlamentari ceche dell’ottobre 2017, seguite dalle elezioni presidenziali nel gennaio, e i successivi sviluppi costituzionali testimoniano dei problemi interni con cui anche altri ordinamenti costituzionali dell’Unione si confrontano in questo frangente storico5. Da un lato, si confermano le difficoltà dell’ordinamento ceco nel garantire condizioni di stabilità e coerenza di governo. Dall’altro si consolida la dinamica per cui l’ingovernabilità, sviluppatasi sullo sfondo di una cultura politica litigiosa e polarizzata e non risolta da interventi di riforma istituzionale finalizzati all’omogeneizzazione della rappresentanza politica e alla razionalizzazione dell’architettura istituzionale, costituisce fattore di ulteriore aggravamento delle condizioni politiche di contesto. Al fine di evidenziare questi aspetti, nelle pagine che seguono fornisco anzitutto una sintetica lettura dei risultati elettorali, evidenziando quattro tendenze, riscontrabili anche a livello europeo, le quali sono significative allorché si esaminino i problemi della forma di governo. Queste sono la destrutturazione del sistema partitico, la personalizzazione della leadership6, la diffusione del fenomeno populista e l’astensionismo (paragrafo 2)7. La presentazione del contesto politico ed elettorale introduce la problematica istituzionale dell’ordinamento ceco, in cui il funzionamento della forma di governo ha scontato sin dalla seconda metà degli anni ’90 una scarsa efficienza (paragrafo 3). A tal fine, presento i tre nodi principali, sottolineandone la persistenza lungo tutto l’arco di vita della Repubblica, l’aggravamento dalla metà del decennio scorso e il loro riproporsi a seguito delle elezioni dell’ottobre scorso. […]
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Sommario: 1. Premessa. – 2. Uno sguardo d’insieme sulle tendenze elettorali. – 3. La forma di governo tra modello formale e prassi. – 4. L’impossibile omogeneizzazione della rappresentanza parlamentare attraverso la riforma del sistema elettorale. – 5. La debolezza del Governo tra fattori strutturali e insufficiente razionalizzazione. – 6. La posizione del Capo dello Stato: non garante né governanante, bensì elemento di disturbo. – 7. I più recenti sviluppi costituzionali della forma di governo ceca nel contesto interno ed europeo.