Il 29 aprile la Spagna è ritornata alle urne per eleggere i nuovi membri delle Cortes Generales. Si tratta delle terze elezioni politiche svoltesi in quattro anni, una vicenda del tutto inedita nell’evoluzione politico-istituzionale dell’ultimo quarantennio. La scelta di ricorrere a elezioni anticipate è stata presa da Pedro Sánchez dopo la bocciatura da parte del Congresso dei Deputati del progetto di legge di bilancio 2019, mediante il quale il governo intendeva portare avanti il suo programma politico attraverso una serie di riforme di stampo marcatamente sociale e progressista. Il diniego al bilancio espansivo e a vocazione sociale di Sánchez è arrivato dal Partido Popular, Ciudadanos e altri partiti, ma soprattutto da quelli indipendentisti catalani, Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) e Partit Demócrata (PdeCat), suoi alleati parlamentari dal 2018 in seguito all’approvazione della mozione di sfiducia costruttiva contro il Governo Rajoy. La votazione contraria da parte degli indipendentisti catalani, avvenuta tramite il c.d. enmienda a la totalidad, è stata consequenziale al rifiuto di Sánchez alla richiesta da loro avanzata di aprire un processo negoziale per porre fine al noto giudizio sul c.d. proces avviato dinanzi al Tribunale Supremo, nonché per pervenire alla celebrazione di un referendum (da loro definito) di autodeterminazione nella Comunità autonoma. La crisi secessionista catalana e la sua mancata risoluzione sono state, quindi, nuovamente il motivo di una spaccatura tra il Governo centrale e il Governo catalano e – in questo caso- anche di una rottura dei precari equilibri politico-istituzionali a livello nazionale.
Le nuove elezioni politiche, richieste da Sánchez per superare lo stallo parlamentare in cui è incappato il suo Governo iperminoritario, si sono svolte in un contesto politico segnato, oltreché dal riemergere delle tensioni sulla questione catalana, anche da un quadro partitico ancora più frammentato rispetto a quello che aveva accompagnato le precedenti elezioni del 2016. Oltre ai partiti di Unidas Podemos e Ciudadanos, che già da alcuni anni avevano scardinato il consolidato primato bipartitico dei socialisti e popolari, si sono affacciati sulla scena politica altri partiti che hanno contribuito a rafforzare il sistema di multipartitismo frammentato che caratterizza la Spagna contemporanea. […]