Il 29 dicembre 1940, a quasi un anno dall’entrata in guerra degli Stati Uniti a seguito dell’attacco alla base navale di Pearl Harbor il 7 dicembre 1941, il Presidente Franklin D. Roosevelt, in una trasmissione radiofonica sulla minaccia alla sicurezza nazionale, pronunciò la famosa frase che definiva gli USA come “the arsenal of democracy”. Il discorso del Presidente marcò il declino della dottrina isolazionista e non interventista che aveva dominato la politica estera del Paese dopo la prima guerra mondiale e che aveva contribuito largamente all’approvazione da parte del Congresso delle controverse leggi sulla neutralità, abrogate successivamente all’entrata in guerra degli Stati Uniti. La seconda guerra mondiale ha senza dubbio contribuito all’affermazione degli Stati Uniti sullo scacchiere geopolitico mondiale quale potenza egemone e faro della democrazia, rinvigorendo l’idea che i padri fondatori avessero creato un vero e proprio “empire of liberty”, come ha scritto il noto storico Gordon Wood. Nel corso dei decenni successivi, al termine della seconda guerra mondiale, le scelte operate in politica estera e di difesa hanno confermato la vocazione di protagonismo degli Stati Uniti sulla scena internazionale, comportando lo stanziamento di ingenti risorse economiche e militari. In anni recenti si è assistito all’affermazione di una progressiva controtendenza. Al sostanziale ridimensionamento di questa vocazione interventista, culminato nella decisione adottata dal Presidente Biden di disporre il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan entro il 30 agosto, hanno contribuito diversi fattori: lo spostamento dell’asse geopolitico dall’Atlantico al Pacifico, la crisi economica che ha colpito il Paese a partire dal primo decennio degli anni duemila, le controverse vicende politiche che hanno segnato la presidenza di Donald Trump e, in ultimo, l’emergenza sanitaria che ha spostato l’attenzione sul piano interno.
STATI UNITI: Giulia Aravantinou Leonidi, Le sfide della presidenza di Joe Biden. Il ritiro dall’Afghanistan, la pandemia, il filibuster e il programma Build Back Better
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