Il potere della borsa (c.d. power of the purse) rappresenta da sempre uno dei caratteri strutturali degli ordinamenti costituzionali. Difatti, sono le norme costituzionali sul bilancio pubblico che, attraverso le decisioni sulle entrate e sulle spese, garantiscono stabilità e funzionalità all’assetto costituzionale di una data comunità assicurando al contempo la piena realizzazione dei fini fondamentali. Più precisamente, il potere della borsa indica il potere del Parlamento di decidere sul prelievo fiscale e sulle spese da disporre. Il Volume “Dietro le quinte di un potere. Pubblica amministrazione e governo dei mezzi finanziari”, edito da Il Mulino, 2021, di Elisa D’Alterio – professoressa ordinaria di diritto amministrativo presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania – costituisce una importante novità nel dibattito della dottrina giuspubblicistica italiana relativo al potere della borsa, ponendosi come obiettivo primario quello di indagare il governo dei mezzi finanziari e il suo concreto atteggiarsi nel complesso delle attività di definizione e messa punto delle scelte di finanziarie pubbliche (pag. 11) e di come questo potere, nel corso degli anni, si sia costantemente evoluto a favore dell’amministrazione finanziaria e a danno della classe politica, via via sempre più incapace di rappresentare gli interessi generali della comunità e, quindi, di garantire efficaci politiche pubbliche.
Rosario Strabone, Recensione a E. D’Alterio, Dietro le quinte di un potere. Pubblica amministrazione e governo dei mezzi finanziari, Bologna, Il Mulino, 2021, pp. 250.
Questa voce è stata pubblicata in:
Nomos, Rassegne critiche, recensioni, schede e contrassegnata con bilancio, D'Alterio, Recensioni, Strabone. Contrassegna il Permalink.