“Tra parte e tutto: il partito e le sue radici”*
Fulco Lanchester, Introduzione
Luca Borsi, Il costituzionalismo italiano e il partito politico
Maurizio Fioravanti, La necessità di una appropriata prospettiva storica
Vincenzo Lippolis, Le trasformazioni del partito politico e la personalizzazione della politica
Oreste Massari, La natura del partito politico e gli interventi pubblicistici
Giorgio Rebuffa, La necessità del partito politico
Massimiliano Gregorio, Intervento
Damiano Palano, Intervento
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Nell’ambito di questa iniziativa dedicata a “Tra parte e il tutto: il partito e le sue radici”, ci siamo messi in tanti per presentare due volumi interessanti ed importanti su un tema critico e fondamentale per gli ordinamenti rappresentativi. Il primo è un libro pubblicato nella collana “Lessico della Politica” della casa editrice il Mulino; il secondo, è un volume pubblicato nella prestigiosa collana “Storia del pensiero giuridico moderno”.
In merito interverranno: Luca Borsi, funzionario del ufficio studi del Senato, particolarmente vocato per i problemi della storia del costituzionalismo italiano contemporaneo, il quale ha pubblicato parecchi volumi nella collana di “Storia del pensiero costituzionale”, diretta da Mario Galizia; Maurizio Fioravanti, ordinario di storia del pensiero costituzionale uno dei massimi cultori della storia del pensiero costituzionale viventi in Italia, allievo di Paolo Grossi e maestro di Massimiliano Gregorio; Vincenzo Lippolis costituzionalista dell’Unint di Roma, già Vicesegretario generale della Camera dei Deputati, particolarmente vocato per il problema del partito politico; Oreste Massari ordinario di scienza politica nella nostra facoltà, che in tutta la sua produzione scientifica ha sempre orientato il proprio interesse verso il partito politico (basta citare in proposito le numerose edizioni del suo volume sui partiti politici per gli Editori Laterza); Giorgio Rebuffa, filosofo del diritto, che da pentatleta spazia tra Storia costituzionale e Filosofia del diritto.
A fianco di questa veloce presentazione, si pone il tema fondamentale per le democrazie rappresentative. In proposito vorrei segnalare il recente volume di David Grégoire Van Reybrouck, “Contre les électiones”, che si collega perfettamente con il tema che stiamo affrontando. L’autore sostiene che i partiti politici siano tra le istituzioni più corrotte del pianeta e che le cifre dell’Unione europea siano assolutamente drammatiche. Per l’autore dovremmo democratizzare la democrazia, superando la democrazia rappresentativa ed i partiti, integrando le istituzioni elettive attraverso il metodo del sorteggio. È l’idea che viene portata avanti anche da Nadia Urbinati e, ancor prima, da Michele Ainis.
Simili ipotesi hanno radici negli anni Novanta. Circa vent’anni fa Bernard Manin mise in evidenza la difficoltà degli ordinamenti democratico rappresentativi subito dopo il crollo del “Socialismo reale”. Era il periodo in cui Huntington rispondeva in modo realistico ed incisivo alle tesi di Fukuyama, mentre Manin rilevava la trasformazione delle arene politiche in ambiti caratterizzati dal pubblico. In questo quadro i partiti politici sono in una crisi profonda come il complesso delle istituzioni rappresentative, e lo stesso Stato sociale. La combinazione di questi fattori fa si che si avverta l’esigenza di nuovi tipi di istituzioni. Non soltanto si ricercano soluzioni in nuovi meccanismi istituzionali, quali il sorteggio, la cooptazione o il ritorno all’ereditarietà, che sostituiscano le elezioni, ma il partito politico viene considerato nei Paesi occidentali dell’Unione europea – lo dice Van Reybrouck- come un’istituzione da sostituire. […]
(Fulco Lanchester)
* A proposito dei volumi: Massimiliano Gregorio, Parte totale. Le dottrine costituzionali del partito politico tra Otto e Novecento, Milano, Giuffrè, 2013; Damiano Palano, Partito, Bologna, il Mulino, 2013.